Si è appena chiusa la settimana di collocamento del nuovo BTP Italia, il bond legato all’andamento dell’inflazione italiana. La raccolta forse è andata secondo le attese e ha portato quasi 12 miliardi di euro nelle casse del Tesoro.
Tuttavia, se in banca va a ruba il BTP Italia a far festa questi giorni sono stati gli investitori in titoli lunghi. Spieghiamo il perché.
I risultati della XVIII° emissione del BTP Italia 2028
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Nella Prima fase di collocamento del nuovo bond, il controvalore complessivo sottoscritto dai piccoli risparmiatori è stato di 7.281,189 milioni di euro. A questa cifra si sommano i 4.713,328 milioni di euro degli istituzionali, per un totale di 11.994,571 milioni.
Detta in numero di contratti sottoscritti, nei 3 giorni della 1° fase si sono chiusi rispettivamente 103.077, 81.031 e 71.645 contratti. Si è trattato di numero tra i più elevati di sempre (255.753) nella storia del BTP Italia, a dimostrazione del suo appeal tra i piccoli risparmiatori.
Il 67% dei contratti conclusi è stato di importo inferiore ai 20mila euro. Se si considera la soglia da 1.000 (taglio minimo) a 50mila euro si arriva addirittura al 91% del totale dei contratti della 1° fase.
I guadagni offerti dal nuovo bond
Le ragioni dietro questa corsa all’acquisto si spiegano con i potenziali guadagni che il bond è in grado di offrire.
Abbiamo anzitutto un mancato costo dovuto alla mancata commissione per chi ha comperato il bond in emissione. Si tratta di una piccola cifra, comunque risparmiata.
La struttura cedolare, invece, prevede anzitutto una cedola minima garantita, e definitiva, dell’1,60% lordo annuo, lo 0,70% netto ogni 6 mesi. Segue l’aumento della cedola, anch’essa indicizzata al carovita. Infine, il piatto forte del bond è dato dall’andamento dell’inflazione italiana, a cui è agganciata la cedola del titolo.
Ultimo, ma non per questo meno importante, ecco il Bonus fedeltà a scadenza per i soli sottoscrittori della prima ora. Chi, infatti, avrà tenuto il bond in portafoglio fino a novembre 2028, riceverà l’8X1.000 lordo (sul capitale iniziale non rivalutato).
Se in banca va a ruba il BTP Italia a fare festa sono stati gli investitori in titoli lunghi
Ora, avevamo già illustrato perché i BTP sarebbero potuti salire del 10% e oltre nel corso delle ultime sedute. In sintesi, a variare sono state le aspettative sui tassi di interesse e l’andamento dello spread BTP-Bund tedesco. In effetti le forti tensioni sul mercato dei bond del recente passato si sono in parte sgonfiate, il che non vuol dire che esse siano sparite.
Fatto sta che le quotazioni dei c.d. titoli lunghi, perfetti in chiave speculativa, sono risalite rispetto ai minimi di qualche settimana fa. Ad esempio il BTP 1,80% e scadenza al 1° marzo 2041 (18,28 anni residui) è passato dai 63,15 centesimi di un mese fa agli attuali 72,80 (+15,28%). Ancora, il BTP Green 4% con scadenza aprile 2035 (quasi 13 anni e 5 mesi) è passato da 92,23 a 100,08 centesimi (+8,51%) nello stesso periodo.
Niente male, dunque, per chi ha acquistato sui minimi. Per chi invece aveva investito in passato o in emissione si tratterà probabilmente di una riduzione delle perdite in conto capitale. Detta diversamente, questi bond e questa operatività sono adatti solo agli investitori ad alta propensione al rischio.