A differenza di quanto siamo soliti credere, se il cane lecca le mani al padrone non gli sta solo facendo le coccole. Il gesto del leccare nasconde qualcosa in più (nove volte su dieci, nulla di cui preoccuparsi). Scopriamo di che si tratta.
Se il cane lecca le mani al padrone non gli sta solo facendo le coccole
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Per conformazione genetica, i cani esplorano il mondo prevalentemente attraverso l’olfatto. Non soltanto, però. Anche il “gusto”, attraverso l’organo della lingua, può ricoprire un ruolo molto importante nella scoperta del circostante.
Il leccare è un atto atavico, che risiede nella memoria comportamentale del cane sin dalla sua nascita.
Quando un cane è appena nato, durante tutto lo svezzamento, la madre è solita leccarlo per facilitare l’attivazione dei suoi organi vitali. Così, quando il cane crescerà, conserverà questo gesto nella sua coscienza e lo riprodurrà.
Dunque, è vero che leccare le mani al proprio padrone è prima di tutto un gesto di tenerezza. La stessa tenerezza che una mamma ha per i suoi cuccioli.
Altre tesi giustificano il comportamento con un fatto genetico: nel branco, la gerarchia vuole che il gregario lecchi il capo. Allo stesso modo, il cane leccando le mani del padrone ne riconosce la supremazia.
La lingua come mezzo per conoscere il mondo
Tuttavia, c’è una spiegazione più scientifica alla faccenda. Proprio come quando i cani annusano tutto il circostante, immagazzinando informazione attraverso l’olfatto, la lingua serve loro a interagire col mondo.
Talvolta una prima analisi olfattiva non basta, così ne aggiungono una gustativa. In questo modo reperiscono un maggior numero di informazioni attraverso i ferormoni che noi umani produciamo. Questi ormoni, presenti nel sudore, vengono captati dal cane e rielaborati come veri e propri dati nell’organo vomero-nasale.
In poche parole, grazie alla sua lingua, un cane può capire, per esempio, qual è lo stato d’animo del suo padrone nel momento in cui lo lecca.
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