Se hai tra i 35 e i 40 anni di contributi puoi andare in pensione e percepire l’assegno INPS in questi casi

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Per sapere a quanto ammonta l’assegno di pensione INPS, si deve anzitutto sapere quali sono le condizioni che favoriscono l’accesso al collocamento in quiescenza. Ecco perché in questo articolo i Tecnici di ProiezionidiBorsa spiegano cosa e come fare quando si rientra in un determinato raggio contributivo.

Quanti anni di contributi servono per andare in pensione?

Hai dedicato al lavoro e alla tua attività molti anni e molte fatiche. Ora, tutto quello che desideri è svincolarti dagli impegni che si affastellano nella routine quotidiana e goderti la vita da pensionato. Se hai tra i 35 e i 40 anni di contributi puoi andare in pensione e percepire l’assegno INPS in questi casi che ti illustriamo. Prima di addentrarci nella disamina delle varie alternative, però, fissiamo un punto su quanto prevede la normativa attuale circa i requisiti della pensione di vecchiaia.

Quando parliamo di pensione di vecchiaia, intendiamo riferirci ad un trattamento previdenziale specifico. Il lavoratore ha diritto alla pensione di vecchiaia quando raggiunge il limite di età e contributi che la Legge prevede per il collocamento in quiescenza. Nel 2020, ad esempio, tale trattamento si riceve con almeno 67 anni di età e 20 anni di contributi effettivi fatte salve alcune particolari eccezioni. Naturalmente, maggiore è l’anzianità contributiva, più alto dovrebbe risultare l’assegno pensionistico. Sulla base di questi requisiti, sappiamo che le specificità lavorative e contributive cambiano di caso in caso. Ebbene, vediamo le principali soluzioni che si offrono ai lettori che hanno tra i 35 e i 40 annidi contributi.

Se hai tra i 35 e i 40 anni di contributi puoi andare in pensione e percepire l’assegno INPS in questi casi

Avere un montante contributivo che oscilla tra i 35 e i 40 anni, vuol dire già aver raggiunto una buona quota per l’uscita dal mondo del lavoro.

Come andare in pensione con 35 anni di contributi? Secondo le attuali norme, coloro che hanno accumulato 35 anni di contributi possono rientrare nella categoria dei beneficiari di Opzione Donna o la pensione per lavori usuranti. Entrambe le soluzioni permettono un collocamento in quiescenza ad un’età inferiore rispetto al termine posto per la pensione di vecchiaia. Inoltre, richiedono requisiti specifici per ciascuna soluzione come si può leggere qui.

I lavoratori che intendo uscire dal mondo del lavoro con 36 o 37 anni di contributi, non devono trascurare il requisito anagrafico naturalmente. La soluzione che si potrebbe adottare per il pensionamento anticipato risiede nell’adesione ad un fondo di solidarietà. In questi casi, l’uscita dalla dimensione lavorativa potrebbe avvenire con un massimo di 7 anni di anticipo. Si tratta dell’isopensione, trattamento applicabile esclusivamente nel caso in cui siano presenti degli accordi sindacali con le imprese.

Il monte contributivo

Coloro che vantano un montante contributivo pari a 38 anni, possono scegliere Quota 100. Secondo quanto indica la circolare INPS n. 11/2019, per raggiungere la Quota 100, il lavoratore deve possedere almeno 38 anni di contributi e 62 annidi età. Ricordiamo che, attualmente, il termine del periodo di prova dell’applicazione di Quota 100 terminerà alla fine del 2021. Nel frattempo, si attende una nuova formula che riguarderà la prossima Riforma delle Pensioni.

Chi, invece, può vantare più di 40 anni di contributi, può optare per l’uscita anticipata grazie alla Riforma Fornero. Secondo quanto stabilisce la Legge n. 92/2012, si tratterebbe di fruire della pensione per lavoratori precoci. In tal caso l’unico requisito da rispettare è quello contributivo a prescindere dall’età. Pertanto, gli uomini potranno uscire dal mondo del lavoro dopo 41 anni e 10 mesi di lavoro, mentre le donne con 42 anni e 10 mesi di contributi. Presumibilmente coloro che nel 2020 beneficeranno di questa soluzione, avranno un’età compresa tra i 59 e i 61 anni se hanno cominciato a lavorare ininterrottamente dalla giovanissima età.

Queste le principali indicazioni sulle differenti formule che si devono studiare, poi, in base alla specificità di ciascun lavoratore. Se hai tra i 35 e i 40 anni di contributi puoi andare in pensione e percepire l’assegno INPS in questi casi. In relazione a tali dati indicativi, ognuno può considerare ’opportunità più vicina alla propria esperienza lavorativa e contributiva.

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