Se c’è diritto alla maggiorazione ma non è stata ancora richiesta, la domanda può essere modificata

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La guerra in Ucraina, subito dopo la pandemia, non ha fatto altro che far diminuire il potere di acquisto delle famiglie. Il Governo, per correre ai ripari, ha varato il Decreto Aiuti con il quale ha stanziato un Bonus di 200 euro alla maggior parte delle famiglie italiane. Ma non a tutti spetterà questo beneficio visto che c’è una parte della popolazione che ne resta esclusa.

Appare, quindi, fondamentale qualsiasi somma in più possa entrare nelle finanze familiari. E proprio a tal proposito è importantissimo il sussidio erogato per i figli che spetta di diritto. Parlando dell’assegno unico, molti sono gli aspetti che andrebbero sottolineati. Ma in questo articolo ci limiteremo ad approfondire le maggiorazioni che prevede. Se c’è diritto alla maggiorazione è ancora possibile richiederla modificando la domanda già presentata.

Maggiorazione assegno unico, quando spetta?

L’assegno unico prevede diverse maggiorazioni e nello specifico:

  • maggiorazione per le mamme con età fino a 21 anni;
  • maggiorazione per nuclei familiari con ISEE fino a 25.000 euro che lo scorso anno percepivano ANF;
  • quella per il nucleo familiare numeroso;
  • quella prevista per i figli disabili;
  • maggiorazione per nuclei in cui entrambi i genitori hanno reddito da lavoro.

La maggior parte delle maggiorazioni aveva un meccanismo piuttosto chiaro. Quella per i redditi da lavoro, invece, ha destato molte perplessità al punto che tanti genitori hanno presentato domanda senza includerla. Poi, il 20 aprile 2022 l’INPS ha pubblicato una serie di chiarimenti al riguardo con il messaggio 1714 del 2022

Se c’è diritto alla maggiorazione ma non è stata ancora richiesta, la domanda può essere modificata

Nella circolare l’INPS spiega che la maggiorazione prevista dall’articolo 4, comma 8 sarà erogata in presenza di entrambi i genitori con reddito da lavoro. I genitori devono essere titolari del reddito in questione alla data in cui decorre il pagamento dell’assegno unico. Ma il chiarimento più importante giunge sui redditi da considerare per il diritto alla maggiorazione. Quest’ultima spetta con redditi:

  • da lavoro dipendente;
  • da pensione;
  • e da lavoro autonomo;
  • di impresa
  • assimilati a quelli da lavoro dipendente (come NASPI, ASPI, DIS COLL).

Necessario, poi, che i redditi siano stati percepiti per la parte prevalente dell’anno (per almeno 6 mesi, quindi). Di fatto molti genitori non hanno richiesto la maggiorazione non sapendo se ci fosse o meno il diritto. Ed hanno ricevuto l’assegno unico con importo più basso. Ora, per chi ha scoperto di avere diritto a riceverla è possibile modificare la domanda già inviata.

Basterà tornare, dal sito dell’INPS, alla domanda presentata ed editarla aggiungendo anche la spettanza della maggiorazione in oggetto. La domanda modificata tornerà per qualche giorno in istrutturia prima di essere nuovamente accolta. Il consiglio è quello di apportare la modifica dopo aver ricevuto il pagamento mensile. In questo modo per il pagamento successivo la domanda sarà di nuovo accolta.

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