Molti preferiscono perdere qualcosa sulla pensione ma anticiparla in termini di tempo. Questo perchè si preferisce investire la propria vecchiaia diversamente, dando spazio semmai a sogni prima rimasti irrealizzati. Ebbene, le opportunità di uscita anticipata dal lavoro ci sono e sono diverse ma bisogna conoscerle. Pertanto, qui scopriamo tutti i modi possibili e i requisiti richiesti per andare in pensione anticipata a 63 anni. Normalmente, la pensione arriva a 67, cd.tta pensione di vecchiaia, che rappresenta il limite per l’uscita regolare dal lavoro.
Sicchè, per uscire con ben 4 anni di anticipo, devono ricorrere determinati requisiti. In alternativa, si deve appartenere ad una delle categorie per le quali è previsto un trattamento agevolato. Dunque, iniziando con l’illustrare quali sono i casi di accesso anticipato al trattamento pensionistico, partiamo dall’Ape Sociale. Con essa, si smette di lavorare a 63 anni. Tuttavia, la pensione viene riconosciuta solamente quando ricorrono i requisiti previsti dalla riforma Fornero per la pensione di vecchiaia. Nel frattempo, però, il lavoratore percepisce un’indennità sostitutiva, di cui si fa carico lo Stato.
Quali sono i requisiti per accedere richiesti nel primo caso
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All’Ape Sociale può accedere chi si trova in una delle seguenti condizioni:
1) disoccupati che, al momento della domanda, hanno cessato di ricevere la NASPL, da almeno 3 mesi;
2) persone a cui è stata riconosciuta un’invalidità civile con percentuale pari o superiore al 74%;
3) le persone che assistono parenti di primo grado conviventi, con grave disabilità;
4) lavoratori che, negli ultimi 7 anni, sono stati destinati, per almeno 6 anni, ad attività gravose. Lo stesso vale se l’attività sia stata svolta, per almeno 7 anni, negli ultimi 10. Normalmente, per accedere all’APE, occorrono 30 anni di contributi che si riducono a 36 per i lavori gravosi. Inoltre, per le donne, gli anni di contribuzione si riducono di 1 per ogni figlio, con il massimo di 2 anni. Detta opzione, secondo le previsioni, sarà estesa al 2022 dalla Legge di Bilancio.
Altri modi
La seconda opzione è quella della pensione anticipata, in cui si prescinde dall’età anagrafica. Tuttavia, occorrono i seguenti requisiti, ossia 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini. Invece, per le donne, occorrono 41 anni e 10 mesi. In questo caso, potranno andare in pensione nel 2021, coloro che hanno iniziato a lavorare tra il 1978 e il 1979. Poi, abbiamo un’altra opzione, che è la pensione anticipata precoce a 63 anni, nota come Quota 41.
Essa consente l’accesso alla pensione anche a coloro che hanno iniziato a lavorare nel 1980. Al pari della pensione anticipata, in questa ipotesi, non è richiesto alcun requisito anagrafico ma bastano 41 anni di contributi. Inoltre, occorre rientrare in una delle categorie prima illustrate con riguardo all’Ape Sociale. Infine, è necessario il riconoscimento di lavoratori precoci. Quest’ultimo ricorre per chi abbia maturato 12 mesi di contributi, entro il compimento del 19° anno di età.
Scopriamo tutti i modi possibili e i requisiti richiesti per andare in pensione anticipata a 63 anni
Altro modo per andare in pensione anticipatamente è l’accesso a Quota 100, il cui limite di età è minore, ossia di 62 anni. In questo caso, il limite contributivo richiesto è di 38 anni. Poiché, inoltre, si tratta di una misura che non verrà rinnovata dalla Legge di Bilancio, per accedervi, è necessario maturare i requisiti entro il termine del 31 dicembre 2021. In tal caso, la domanda si potrà presentare anche nel 2022 o negli anni successivi. Passiamo, adesso ad un’ulteriore ipotesi di pensione anticipata, che è quella invalidi. Questi ultimi, se hanno una menomazione riconosciuta almeno all’80%, possono andare in pensione con 20 anni di contributi. Il tutto, al compimento di 61 anni di età per gli uomini e 57 per le donne.
Infine, abbiamo Opzione Donna, che pur consentendo di andare in pensione già a partire dai 63 anni, non è molto conveniente. Ciò in quanto essa si basa su un calcolo interamente contributivo della pensione. Di conseguenza, non per tutti vale la pena pensionarsi con 4 anni di anticipo, perdendo il 20/30% del trattamento. Per accedervi occorrono: 35 anni di contributi e 58 anni di età per le lavoratrici dipendenti, 59 per le autonome.