In autunno alle liste d’attesa per le visite specialistiche cosa può succedere? Scopriamolo analizzando i dati consolidati del passato. Ma anche considerando la situazione attuale del tutto straordinaria. Quella che è chiaramente collegata alla pandemia di coronavirus.
Al riguardo c’è da ricordare che durante il periodo del lockdown la sanità pubblica italiana è stata messa sotto pressione. Con le terapie intensive piene e con molte visite specialistiche, che gioco forza, sono state rinviate. Purtroppo, pure visite a carattere d’urgenza come quelle oncologiche.
Scopriamo cosa può succedere in autunno alle liste d’attesa tra Covid e budget
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Allora, scopriamo cosa può succedere in autunno alle liste d’attesa per le visite specialistiche. Perché in realtà proprio gli ultimi tre mesi dell’anno sembrano essere quelli più critici. Indipendentemente dai rischi e dalla diffusione del contagio da Covid-19.
Il rallentamento delle visite specialistiche, con il conseguente allungamento dei tempi di attesa sarebbe legato a cosa? Ad un parametro prettamente economico. Ovverosia al budget annualmente assegnato alle strutture sanitarie dalle regioni italiane. E questo in base a calcoli che sono basati sulla spesa storica.
Al riguardo, per esempio, la struttura privata convenzionata ritarda le visite specialistiche al nuovo anno. Anziché farle durante il quarto ed ultimo trimestre dell’anno precedente. Proprio per non correre il rischio di sforare il budget. E di non ottenere poi il rimborso per le visite specialistiche effettuate.
L’insostenibile lunghezza delle liste d’attesa negli ultimi tre mesi di ogni anno
Con la conseguenza che ai cittadini non resta che attendere. Per una tac, per una risonanza magnetica. O addirittura per le visite cardiologiche e per quelle ginecologiche. O mettere mano al portafoglio senza avvalersi della copertura del servizio sanitario nazionale. Così come avviene ormai sempre più spesso nel nostro paese.
In pratica le strutture sanitarie pubbliche e quelle private convenzionate farebbero melina. Proprio nelle ultime settimane dell’anno. Anche ma non solo per ragioni di costo. Nell’attesa che da inizio anno il contatore del budget poi riparta da zero.
Nel frattempo, in tanti sono costretti ad aspettare. Visto che non tutti possono permettersi di aggirare le lunghe liste di attesa. Attraverso l’accesso alle strutture sanitarie private. Che è vero che sono ad accesso veloce. Ma sono pure a pagamento, di tasca propria. Ed in tal caso lo stato italiano fallisce nella sua missione. Quella di garantire ai cittadini un’assistenza sanitaria universale.