Scopri come le persone diventano libri!
“The Human Library” è un progetto che è nato in Danimarca nel 2000. Il progetto ha avuto poi ramificazioni in diverse parti del mondo, Italia compresa, ed è attivo ancora oggi. Il progetto ha preso spunto da un’aggressione razzista di cui rimase vittima un amico del fondatore di questa particolarissima biblioteca, Ronni Abergel. Ronni perse il suo amico e creò, nel 1988, l’associazione “Stop the Violence Movement”. Adesso scopri come le persone diventano libri!
Le origini
Indice dei contenuti
Dopo qualche anno di attivismo – in cui l’associazione ha cercato di sensibilizzare il pubblico circa la necessità di accettare ogni tipo di “diversità” – nel 2000 Ronni escogitò un’altra iniziativa. Con il supporto di Asma Mouna, Christoffer Erichsen e di suo fratello, fondò “The Human Library”. “The Human Library” risponde perfettamente ai principi che hanno ispirato anche il movimento “Stop the Violence”.
Scopri come le persone diventano libri
Naturalmente, non si tratta di una biblioteca qualunque. “The Human Library” non mette a disposizione libri, ma persone. Si incontra qualcuno che racconta la sua storia: si hanno trenta minuti a disposizione per ascoltare, fare domande, cercare di capire. La persona che viene “noleggiata” è una di quelle che avrebbe l’etichetta di “diverso” all’interno della società per religione, colore della pelle, estrazione culturale, orientamento sessuale.
L’esperienza nata a Copenhagen ha avuto talmente successo che ben presto è stata emulata in tutto il mondo. Oggi ci sono “Human Libraries” un po’ dappertutto, Italia compresa. La più attiva è quella che ha sede nella regione Toscana, che ha ricevuto riconoscimento internazionale. In un mondo in cui il contatto fisico sembra quasi essere stato messo fuorilegge, lo “human touch” è forse il bene più prezioso: poterlo ricevere gratuitamente è davvero un grande dono.
E in Italia?
La Biblioteca Vivente, traduzione italiana del termine Human Library, è un metodo innovativo, semplice e concreto per promuovere il dialogo. Serve anche a ridurre i pregiudizi, rompere gli stereotipi e favorire la comprensione tra persone di diversa età, sesso, stili di vita e background culturale.
I libri viventi sono persone consapevoli di appartenere a minoranze soggette a stereotipi e pregiudizi. Desiderosi di scardinarli, essi si rendono disponibili a discutere le proprie esperienze e i propri valori con altri.
I titoli sono volutamente molto diretti, come ad esempio “ragazza lesbica”, “donna islamica col velo”, “emigrato albanese”. Lo scopo è suscitare le reazioni emotive dei potenziali lettori attivandone la curiosità. Ma anche gli stereotipi e i pregiudizi.
La Biblioteca Vivente offre ai lettori l’opportunità di entrare in contatto con persone con cui difficilmente avrebbero occasione di confrontarsi. L’incontro rende concreta ed unica la persona che si ha davanti, che smette quindi di essere percepita come rappresentante di una categoria sulla base di una generalizzazione. Viene riconosciuta nella sua unicità, una persona che non rappresenta nessuno se non la propria esperienza e storia.