L’emergenza coronavirus ha avuto un impatto sulla nostra vita senza precedenti. Le nostre abitudini si sono modificate. Purtroppo, uno dei settori con i danni maggiori è quello del turismo. Se stringiamo il campo agli aeroporti italiani ci rendiamo conto che sono scomparsi 100 milioni di passeggeri. Nel 2020, la crisi del covid ha raso al suolo tutto il sistema aereo. Infatti, il calo registrato è stato del 75%.
Crisi senza fine
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Purtroppo, non finisce qui, mancano ancora due mesi al termine del 2020 e le prospettive sono negative anche per i primi tre mesi del 2021. Gli aeroporti italiani vivono una situazione irreversibile. Si è tornati indietro al 1995. Da una ricerca fatta dalle associazioni di categoria, ogni aereo nel mese di settembre ha avuto a bordo in media 92 passeggeri. I voli all’interno del nostro Stato hanno retto ma il vero dramma è per la mancanza di turisti provenienti da oltre confine.
La crisi del settore aereo non è finita. Infatti cresce di pari passo all’aumento della pandemia del coronavirus. Purtroppo, prima di metà 2021 la situazione non ritornerà ai ritmi di sempre. A farne le spese le compagnie aeree.
Per far quadrare i conti dovranno ridurre i collegamenti e mettere in cassa integrazione molti dipendenti. Nella prima fase del coronavirus lo scenario è stato desolante.
I danni da lockdown
Assaeroporti ha calcolato i danni da lockdown. Il sistema aeroportuale italiano ha perso l′83% dei passeggeri, il 68% dei movimenti aerei e il 33% delle merci. La crisi senza fine diventa ancora più esplosiva guardando ai voli Extra Ue. Infatti, queste direttrici fanno registrare un drammatico calo del 91% riconducibile soprattutto alle quarantene e alle restrizioni imposte dai singoli Stati ai viaggi aerei.
Invece, se restiamo in ambito europeo la contrazione del traffico è pari al -78%. Tuttavia quella dei voli nazionali è più contenuta -46%. Tutto questo ha portato ad una situazione al limite dal tracollo: sono scomparsi 100 milioni di passeggeri.
