Scatteranno controlli fiscali sui conti correnti di lavoratori autonomi e professionisti con Partita IVA in questi casi

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Le operazioni di verifica che l’Agenzia delle Entrate mette in atto sui diversi soggetti fiscali sono varie ed hanno anche un’azione retroattiva. Nel caso dei lavoratori autonomi, professionisti che possiedono una Partita IVA come funziona? Quali sono le operazioni bancarie e le movimentazioni che più di altre passano al vaglio del Fisco? Gli accertamenti su contribuenti di tale natura seguono regole differenti rispetto a quelle che interessano le imprese e di seguito illustriamo i principali dettagli. Scatteranno controlli fiscali sui conti correnti di lavoratori autonomi e professionisti con Partita IVA in questi casi che analizziamo.

Perché aumentano i titolari di Partita IVA nel mercato del lavoro

Il più moderno mercato del lavoro spinge sempre più soggetti a specializzarsi in un campo e a diventare imprenditori di sé stessi. Se un tempo si aspirava al famoso “posto fisso”, oggi la realtà lavorativa è molto più variegata. Ecco perché molte persone decidono di aprire una Partita IVA e lanciarsi in una nuova impresa. In questi casi, è possibile sfruttare il regime forfettario di tassazione agevolata 2021.

Oppure, si può scegliere di prestare servizio come dipendente e allo stesso tempo avere un’attività propria. In questi casi bisogna porre particolare attenzione ad alcune regole che prevede la normativa in merito. I dettagli li abbiamo illustrati nell’articolo “Si può fare lavoro da dipendete e tenere aperta una Partita IVA?”. In tutti questi casi i lavoratori, benché scelgano regimi di tassazione semplificata, possono ugualmente subire controlli fiscali da parte dell’Agenzia delle Entrate. Generalmente, le indagini fiscali interessano due operazioni principali che sono da un lato i prelievi e dall’altro i versamenti. Laddove si registri una incongruenza, allora le verifiche potrebbero andare più a fondo.

Scatteranno controlli fiscali sui conti correnti di lavoratori autonomi e professionisti con Partita IVA in questi casi

L’Agenzia delle Entrate può controllare i versamenti di contanti, assegni o bonifici, ed i prelievi fino a 1.000 euro giornalieri o 5.000 euro mensili. Questo è quanto prevede l’articolo 32 del D.P.R. n. 600/1973. con tali verifiche si accerta che le somme movimentate compaiano anche in dichiarazione dei redditi. In caso negativo, scatta la presunzione di evasione che il contribuente dovrà giustificare.

Sui conti dei lavoratori autonomi o professionisti, il Fisco può effettuare accertamenti retroattivi fino a 7 anni nel caso di dichiarazione dei redditi omessa. Si va indietro di 5 anni se invece la dichiarazione è presente. Mentre per altri imprenditori gli accertamenti si concentrano sui versamenti e sui prelievi, sui lavoratori autonomi e professionisti le operazioni di prelievo hanno minore peso. Questo è quanto ha stabilito una sentenza della Cassazione n. 228/2014. Ciò significa che la presunzione probatoria di evasione per queste categorie non coinvolge i prelievi dal conto corrente.

Approfondimento

Ecco quando si considera omessa la dichiarazione dei redditi

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