Scattano i blocchi del traffico a Genova: serviranno per ridurre l’inquinamento? Ecco la situazione

Scatta il blocco del traffico a Genova

I dati diffusi da Legambiente sull’inquinamento delle città italiane nel 2022 non fanno ben sperare. Nonostante gli annunci di un cambio di rotta entro il 2030, molti rimangono sciettici sull’effettivo raggiungimento degli obiettivi riguardanti il calo delle emissioni. Nel frattempo cosa possiamo fare per limitare i danni dell’inquinamento sulla nostra salute?

In questi ultimi giorni, data la recente (e contestata) ordinanza antismog, emessa dal Comune di Genova, è ritornata alla ribalta la discussione riguardante l’inquinamento ambientale. A lanciare l’allarme è stata soprattutto Legambiente, che ha diffuso dei dati veramente impietosi, restituendo una situazione di grave emergenza nel nostro Paese.
Infatti, insieme al capoluogo ligure, sarebbero ben 29 le città italiane, nelle quali sono stati sforati i limiti normativi (PM10). Tra queste troviamo: Torino, Milano, Asti, Modena, Padova e Venezia che hanno superato del doppio il numero di sforamenti tollerati dalla norma. La situazione rimane critica anche per quanto riguarda il PM2,5 che rimane su livelli altissimi anche nelle città di Monza, Cremona, Alessandria, Piacenza, Bergamo, Como e così via. Quindi, anche se scattano i blocchi del traffico a Genova, la situazione non è idilliaca nel resto del Paese!

L’inquinamento ambientale ci sta lentamente ammazzando!

L’inquinamento ambientale è considerato uno dei più importanti fattori di rischio per lo sviluppo di diverse patologie respiratorie (come allergie, bronchite, asma, ecc…) e di determinati tipi di tumori, come quello al polmone. Secondo alcuni studi, in Europa, l’inquinamento ambientale sarebbe addirittura la prima causa di morte in relazione a fattori ambientali esterni, con circa 300.000 decessi all’anno.
E in Italia? Non tutti sanno che nel nostro Paese, ogni anno, si registrerebbero ben 52.000 morti imputabili allo smog! Questo dato, piuttosto allarmante, ci renderebbe quindi tra i primi in Europa in termini di decessi causati dall’inquinamento ambientale.

Scattano i blocchi del traffico a Genova, ma ora più che mai è importante esser coscienti del problema

Per questi motivi, è molto importante essere consapevoli dei pericoli dell’inquinamento ambientale e dei danni che lo smog potrebbe provocare alla nostra salute. Anzi, avere contezza di questi fattori potrebbe addirittura salvare molte vite, poiché consentirebbe di prevenire l’arrivo di pericolose patologie, innescando dei meccanismi di prevenzione.

Patologie provocate dall’inquinamento: sintomi e visite da fare

Per prevenire, o individuare, le possibili patologie causate dall’inquinamento ambientale, potrebbe essere utile riconoscere innanzitutto i sintomi più comuni; e poi, eventualmente, sapere anche a quali visite ed esami diagnostici bisognerebbe sottoporsi.
Sul primo punto, i sintomi sicuramente da non sottovalutare sono tosse frequente, o bronchiti, anche senza sintomi nasali, stanchezza cronica e sensazione di fiato corto o di “peso sul petto”. Quando questi ultimi si presentano in maniera ricorrente e non accennano a migliorare, potrebbe essere utile, come dicevamo, fare un check up respiratorio.
Per farlo, è sufficiente sottoporsi ad alcune visite mirate, basate sulla misurazione del respiro e dello studio dell’infiammazione delle vie aeree, che consentano di avere un quadro della situazione.
I principali test, che si potrebbero eseguire, sono:

  • la spirometria globale con tecnica pletismografica, che consiste nel
    Lettura consigliata
    soffiare all’interno di un apparecchio che misura la quantità di aria moviementata durante la respirazione;
  • la diffusione alveolo capillare del CO che, in maniera molto simile all’esame precendente, misura la quantità di aria che viene effettivamente respirata dal paziente;
  • e, infine, la misurazione della frazione esalata dell’ossido nitrico.

In base ai risultati di questi esami, sarà poi lo specialista ad individuare eventuali patologie, o se valutare ulteriori accertamenti, o la prescrizione di cure specifiche. In ogni caso, consigliamo di rivolgersi al proprio medico curante prima di valutare qualsiasi ipotesi.

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