La crisi bancaria di inizio anno sembra oramai dimenticata. Ma siamo sicuri che le nostre banche siano immuni da crisi? In realtà le conclusioni del rapporto semestrale della BCE sulla stabilità finanziaria dell’area euro dicono il contrario.
Credit Suisse, la seconda banca svizzera per dimensioni, è stata al centro di una crisi che ha scosso il settore bancario europeo e globale. La banca è di fatto fallita, salvata solamente dall’intervento di UBS, il primo gruppo svizzero per dimensioni. La crisi di Credit Suisse ha messo in luce le vulnerabilità del settore bancario, esposto a diversi fattori di rischio. Questa vulnerabilità è stata messa in evidenza dalle conclusioni del rapporto semestrale della BCE sulla stabilità finanziaria dell’area euro.
Scatta un campanello d’allarme, la BCE avverte sulla fragilità del sistema finanziario
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Il rapporto semestrale della BCE sulla stabilità finanziaria dell’area euro, del 31 maggio 2023, riporta come le banche siano esposte a diversi fattori di rischio. La crescita economica incerta, l’inflazione elevata e persistente, la stretta del credito che penalizza imprese, famiglie e governi, possono minare la solidità e redditività bancaria.
La BCE avverte che un peggioramento delle condizioni economiche, o una tensione sui mercati, potrebbero mettere a repentaglio la stabilità del sistema finanziario. La vulnerabilità del sistema bancario, e finanziario in generale, potrebbe crescere in caso di un aumento dei tassi di interesse.
Perché il rischio di crisi del sistema bancario potrebbe non essere finito
Nei prossimi giorni proprio la BCE prenderà una decisione in materia del costo del denaro. La maggior parte degli analisti concorda per un aumento dello 0,25%. Se ciò avvenisse, il tasso di rifinanziamento principale salirà al 4%. Molto più alto del tasso al momento della crisi di Credit Suisse e di cui in parte è responsabile.
Eppure, la stessa BCE avverte che un eccessivo aumento dei tassi può avere conseguenze negative per le banche e i correntisti. Una crisi economica, e quindi finanziaria, può compromettere la solvibilità di imprese e famiglie e mettere in crisi la solvibilità delle banche. I correntisti possono subire una perdita del valore dei loro depositi, se la banca dovesse fallire o entrare in difficoltà.
Cosa deve fare un correntista per ridurre i rischi
Con la pubblicazione del rapporto semestrale della BCE scatta un campanello d’allarme che riguarda i correntisti e i loro soldi nel conto corrente. Quello che è accaduto alla seconda banca svizzera può accadere anche a una delle nostre banche. Come i correntisti possono proteggersi da questi rischi?
Naturalmente la scelta delle banche più solide e affidabili è una opzione non sufficiente. Quello che è accaduto a Credit Suisse e Deutsche Bank è una dimostrazione. Allora meglio non fidarsi e affidarsi ai sistemi di garanzia dei depositi, in particolare al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi. La tutela copre fino a 100.000 euro per depositante, per banca, in caso di fallimento. Quindi meglio non lasciare più di 100.000 euro sul conto.