Il problema della siccità e dello spreco di acqua va ad incidere anche e soprattutto sulle nostre tasche. Come si sta muovendo il Governo? E le Regioni? C’è qualcosa che possiamo fare nel nostro piccolo nelle attività quotidiane? Scopriamolo subito.
In Italia, la siccità rappresenta un grave problema non solo per l’ambiente ma per le tasche dei cittadini, che, nel 2022, hanno subito anche un aumento delle bollette dell’acqua. Secondo l’Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva, infatti, la bolletta media per l’acqua è aumentata del 5,5% nel 2022 rispetto all’anno precedente, raggiungendo una spesa media di 487 euro a famiglia.
Tutti i massimi esperti sottolineano, quindi, la necessità di sensibilizzare la società sul risparmio delle risorse idriche e sul loro recupero. Fattori che, purtroppo, ancora oggi nel nostro Paese, non vengono gestiti in maniera efficiente. Si stima che l’acqua dispersa in rete sia pari a 157 l al giorno per abitante. Se vogliamo allargare il campo, si stima che le perdite idriche totali, solo nel 2020, nella distribuzione dell’acqua, siano state di 3,4 miliardi di metri cubi, che rappresenta circa il 42% dell’acqua immessa in rete. Addirittura, in alcune Regioni (come, ad esempio, la Basilicata) la dispersione dell’acqua raggiunge il 62%.
Scatta l’allarme siccità in Italia e già si parla di razionamenti
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Questa situazione di emergenza, provocata dalla siccità, sta forzando varie Province e svariati Comuni ad adottare i primi razionamenti di acqua potabile. Una delle prime Regioni a muoversi in questo senso è il Trentino, che potrebbe imporre il divieto di utilizzare l’acqua potabile per lavare le auto o per irrigare i giardini. Quindi, nelle prossime settimane, i Comuni del Trentino potrebbero ricevere una lettera per censire la disponibilità di acqua potabile e introdurre interventi per aumentare la disponibilità idrica e diminuire la domanda.
Anche il Governo, per far fronte alla crisi, ha annunciato l’arrivo di un commissario straordinario con competenze specifiche e una cabina di regia per coordinare gli interventi infrastrutturali.
Come risparmiare tantissima acqua al giorno ed ottimizzarne il consumo
Quindi, scatta l’allarme siccità in Italia e cresce giustamente anche un po’ di preoccupazione. La domanda che, ora, sorge spontanea è: c’è un modo per risparmiare acqua, nel nostro piccolo, nelle nostre azioni quotidiane?
La risposta è sì! Ad esempio, possiamo chiudere i rubinetti per evitare lo spreco di acqua, quando ci laviamo i denti o ci radiamo la barba, per risparmiare fino a 6 l di acqua al minuto. Il risparmio sarà ancora più elevato, però, installando dei riduttori di flusso, che permettono di ridurre gli sprechi di almeno il 50%. Stesso discorso vale anche per l’acqua che utilizziamo sotto la doccia. Per ogni minuto di utilizzo, infatti, si consumano dai 6 ai 10 l circa.
Tra le altre strategie di risparmio, troviamo anche l’utilizzo di elettrodomestici di classe A+, come lavatrici e lavastoviglie, preferibilmente a pieno carico, giusto per risparmiare anche energia. Oppure, una scelta molto intelligente potrebbe essere quella di raccogliere l’acqua piovana (quando piove) ed utilizzarla per le pulizie di casa.
Ecco i trucchi degli antichi Egizi e Romani per evitare gli sprechi
Per trovare strategie di risparmio efficaci possiamo anche prendere spunto da quello che facevano le popolazioni antiche, quando il tema dell’utilizzo dell’acqua era cruciale per la sopravvivenza. Gli antichi Romani, ad esempio, immagazzinavano l’acqua in cisterne e pozzi, e poi la utilizzavano per il risciacquo dei pavimenti e degli utensili. Inoltre, erano soliti utilizzare l’acqua in maniera oculata anche nei bagni pubblici, dove venivano installati sistemi di ricircolo dell’acqua, così da utilizzarla più volte prima di smaltirla.
Anche gli antichi Egizi erano noti per la loro abilità nel gestire l’acqua e nel risparmiarla. Nelle loro attività quotidiane, ad esempio, utilizzavano l’acqua del lavaggio del viso per annaffiare le piante e l’acqua delle pulizie domestiche per irrigare i campi. Inoltre, erano soliti fare il bagno in larghe vasche, dalle quali poi estraevano l’acqua necessaria per annaffiare i campi.