Un ricordo d’infanzia, che accomuna la maggior parte delle persone, è sicuramente l’esperienza della varicella. Quest’ultima, insieme a rosolia, morbillo, pertosse e così via, è una malattia contagiosa che colpisce, in genere, i bambini tra i 5 e 10 anni. Le conseguenze della varicella, a quest’età, sono solitamente lievi e riguarderebbero la comparsa di vescicole su tutto il corpo, febbre e malessere generale.
In età adolescenziale, o comunque adulta, invece, la varicella potrebbe avere degli effetti anche gravi, come il cosiddetto fuoco di Sant’Antonio. Chiamato herpes zoster, esso si manifesta con una reazione cutanea e spesso dolorosa, causata dal Varicella-Zoster-Virus (VZV), lo stesso della varicella. Questo virus sarebbe in grado di rimanere inattivo nel tessuto nervoso per decenni e potrebbe riattivarsi, anche a distanza di tempo, causando diverse problematiche. Infatti, oltre ad essere contagioso, e quindi pericoloso per chi non ha contratto la varicella, esso potrebbe provocare diversi disturbi, anche seri ed invalidanti, come vedremo tra poco.
Cause e sintomi iniziali del fuoco di Sant’Antonio
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Le cause che porterebbero alla riattivazione del virus sono diverse. In linea di massima, esso potrebbe svilupparsi a seguito di un abbassamento delle difese immunitarie, causato ad esempio da:
- uso di farmaci;
- anzianità;
- eccessivo stress psicofisico;
- patologie che colpiscono il sistema immunitario;
- eccessiva esposizione ai raggi solari.
Per quanto riguarda i sintomi, invece, potrebbero manifestarsi:
- eritemi sulla pelle, spesso ricoperti di vescicole pruriginose e piene di liquido;
- mal di testa;
- febbre;
- forti dolori, anche a livello di stomaco;
- brividi;
- stanchezza.
Questa sintomatologia, solitamente, dovrebbe risolversi nell’arco di 2 o 4 settimane, ma non è sempre così. Infatti, raramente, potrebbero presentarsi anche delle complicazioni, come ad esempio la nevralgia post erpetica.
Sbaglia chi prende sottogamba il fuoco di Sant’Antonio per questo motivo
La nevralgia post erpetica è caratterizzata da un dolore neuropatico persistente, localizzato principalmente nell’area in cui è emerso il rash cutaneo. Questo dolore potrebbe durare diverso tempo, addirittura mesi o anni, e la sua gestione risulta complessa, specie negli anziani. Ciò renderebbe questa malattia, come dicevamo, parecchio invalidante, poiché andrebbe a compromettere le normali attività quotidiane.
Oltre al dolore, percepito dai pazienti come un bruciore continuo della zona interessata, potrebbero manifestarsi anche delle alterazioni della sensibilità. Infatti, si potrebbero riscontrare anche episodi come l’allodinia, ossia un dolore causato da uno stimolo non doloroso. Oppure l’iperalgesia, ossia la percezione di un dolore acuto a fronte di stimoli dolorosi lievi. Per tutti questi motivi, quindi, sbaglia chi prende sottogamba il fuoco di Sant’Antonio perché potrebbe comportare diverse conseguenze, anche dopo la guarigione.
Diagnosi, cure e tecniche di prevenzione
Per diagnosticare la nevralgia post erpetica, non sarebbero efficaci né gli esami strumentali (come TAC, elettromiografia, risonanza magnetica), né tecniche invasive. Per scoprire precocemente questa malattia, quindi, è fondamentale cercare di evitare che il dolore diventi centrale, trattandolo con diverse terapie (solitamente farmaci antivirali). Inoltre, potrebbe rivelarsi molto efficace, in via preventiva, la vaccinazione contro l’herpes zoster, che sarebbe in grado di ridurre del 65% i casi di nevralgia post erpetica. Infine, oltre ad un’efficace terapia farmacologica ed ai vaccini, sarebbe utile cambiare anche stile di vita, curando specialmente l’alimentazione.
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