Saverio Lodato rivela chi tradì Giovanni Falcone. Durante la trasmissione Atlantide, condotta da Andrea Purgatori, il giornalista ha affermato che fu proprio il magistrato a rivelarglielo. Pare che il giuda sia Bruno Contrada, l’alto funzionario delle forze dell’ordine.
Giovanni Falcone aveva parlato a Lodato delle “menti raffinatissime” che guidavano la mafia. Dopo l’attentato fallito dell’Addatura, nel 1989, il magistrato ucciso nella strage di Capaci aveva capito di essere in un gioco più grande di lui.
Giovanni Falcone aveva diffidato Lodato
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Saverio Lodato svela chi tradì Giovanni Falcone, ma non ebbe l’opportunità di scriverlo al tempo. Il magistrato palermitano aveva infatti diffidato il giornalista dal diffondere questa notizia. Il nome di Contrada doveva rimanere tra loro. E così è stato fino a ieri sera.
Durante l’intervista televisiva a Lodato, è intervenuto anche Alfredo Morvillo. Il cognato di Falcone ha svelato degli aspetti del fallito attentato di Addatura fino a oggi rimasti oscuri. Pare che il magistrato fosse stato fortemente colpito da quell’attacco. Con lui, quel giorno, c’erano Carla del Ponte e Claudia Lehman.
Contrada si difende
Nel corso della trasmissione ha telefonato Stefano Giordano, legale di Contrada, sostenendo l’innocenza del suo assistito. Chiamando in causa il provvedimento della Corte Europea, ha difeso l’ex dirigente del Sisde, accusando Purgatori di faziosità e di scarsa capacità giornalistica.
Un 23 maggio diverso
Documentari, approfondimenti, iniziative, celebrazioni. Come sempre, il 23 maggio sarà ricordato in Italia. A causa dell’emergenza Covid-19, però, i tradizionali appuntamenti per l’anniversario della Strage saranno ripensati.
Nessuna manifestazione, nessun corteo, e nessuna nave della legalità che attraccherà al porto. Le tradizioni sono cambiate non solo nella routine, ma anche nelle celebrazioni più importanti per il nostro paese. Per il 27esimo anniversario della morte di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e della scorta, la celebrazione sarà diversa dal solito. Il 23 maggio, però, continuerà a essere importante per tutti i cittadini che intendono ricordare chi ha combattuto per il paese. E infatti, è lo stesso giorno in cui si celebra la Giornata nazionale per la legalità, ricordando così tutte le vittime delle stragi mafiose, compreso Paolo Borsellino, ucciso nell’attentato in via D’Amelio.
Le città si fermeranno come sempre, alle 17:58. Il minuto di silenzio sarà rispettato. E a Macerata, intanto, verrà esposto un lenzuolo bianco dalla finestra del Comune. Tutti i cittadini sono invitati ad affacciarsi dai balconi delle proprie case. Alle 18 in punto. E se in questi mesi, quello era l’appuntamento per cantare tutti insieme, il 23 maggio sarà invece un momento di raccoglimento e di memoria.