L’Alleanza Atlantica esulta per il passo spedito di Finlandia e Svezia verso l’agognato obiettivo. Intanto alle 11.30 di stamane la premier Sanna Marin arriva a Roma. A riceverla Mario Draghi e poi sarà a pranzo nella capitale con il premier e il segretario DEM Enrico Letta. Persona di rilievo, Letta gode della stima di molte autorità internazionali per non parlare dell’apprezzamento che la stessa NATO nutre nei suoi confronti. Al punto da essere uno dei papabili all’incarico di Segretario Generale, sebbene la sortita sarebbe una grana di non poco conto per il PD che avrebbe poi serie difficoltà a sostituirlo.
I passi
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La Finlandia e la Svezia dopo con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia spingono per alzare le barricate. E cioè proteggersi da una possibile mira espansionistica del temutissimo Putin verso l’area Baltica. Nasce anche da questa contingenza l’intenzione forte di schierarsi con le Nazioni Unite. E la novella fa irritare molto Mosca al punto da minacciare «reazioni». Non a caso nelle ultime ore si parla di rischi (anche per l’Italia) di attacchi terroristici oltre che di azioni di hackeraggio sempre più sofisticate. Imprevedibili e capaci di provocare seri danni al sistema Italia. Intanto Sanna Marin a Roma entra a Palazzo Chigi con il Presidente del Consiglio che le va incontro all’esterno da vero gentiluomo. Pare il bilaterale italo-finlandese avrà l’obiettivo di rinsaldare ed estendere l’Alleanza Atlantica.
Sanna Marin a Roma, perchè l’ingresso di Finlandia e Svezia nella Nato potrebbero arrecare danni all’Italia
Nel frattempo, però quella che dai più viene vista come una buona nuova, suscita i dubbi di alcuni analisti. È il caso di Paolo Magri, Direttore dell’ISPI (Istituto per gli Studi di Politica Internazionale). Ormai ospite fisso di molte trasmissioni di approfondimento informativo, dichiara che ci sono degli svantaggi per l’Italia. La NATO, secondo il Direttore, dovrebbe guardare non solo ad Est ma soprattutto a Sud. E cioè alla vicina Africa che sarebbe madre di due mali, quali il terrorismo e l’emigrazione.
L’attenzione all’area Baltica e alla Russia ci potrebbe indebolire rispetto ai nostri dirimpettai libici e di tutto il Nord Africa. Così rischieremmo di trovarci nuovi, imprevisti problemi appena il focolaio ucraino si calma. E l’Italia (e la MATO) saranno pronte? Oppure ci aspetta già una nuova emergenza? In sostanza i timori palesati dall’esperto di geopolitica durante la trasmissione tv «Tagadà» fanno il paio con l’ «avviso» già rivendicato da cellule terroristiche alcune settimane fa.
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