In realtà si sa. Salvini brontola, allunga i tempi, ma poi converge su tutto. Ci penserebbe bene dal generare una crisi di Governo. Un minimo di senso di responsabilità ce l’avrà pure. Quindi da una lettura che va oltre le sue dichiarazioni, sul rischio di crisi di Governo ci sentiremmo tranquilli perché stiamo imparando a conoscerlo. Diverso è, se ci sono tempi da rispettare soprattutto alla luce del fatto che Bruxelles ci guarda a vista e ci bacchetta.
Il Ddl Concorrenza
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E letta implode per via del blocco in Senato del Ddl Concorrenza e del nodo balneari. Il Disegno di Legge sulla Concorrenza riguarda la «rimozione di tutti gli ostacoli regolatori per l’apertura dei mercati e per promuovere lo sviluppo della concorrenza e garantire la tutela dei consumatori». Si tratta di una riforma importante in chiave PNRR. E qui da una parte c’è il Governo, dall’altra FI e Lega. Oggi alle 15.30 si riunisce la Conferenza dei Capigruppo di Palazzo Madama ed è importante trovare una sintesi. Altrimenti slittano i tempi e sforiamo con il rigido calendario. Così Salvini pasticcione fa irritare Enrico Letta, che con questi toni non lo avevamo mai sentito. Per il Segretario DEM il leader del Carroccio starebbe superando ogni limite.
Salvini pasticcione fa irritare Enrico Letta che lo striglia di malo modo, intanto in Senato nasce Italia al Centro
L’opposizione della Lega sembrerebbe superare chi in quel del Parlamento è realmente tra le fila dell’opposizione. E Letta s’infuria. Ma quel che trapela è che il leader leghista pensa a fare campagna elettorale nella gestione del suo «ni» su diversi temi, mentre Letta pensa a rispettare le scadenze del PNRR. Perché se perdiamo pure questo treno, al netto di tutta l’economia di guerra che ci sta piegando, davvero l’Italia rischia di brutto. Ma Salvini, che siamo pronti a scommettere, alla fine cederà, se la ride. Lancia il sasso e nasconde la mano. Perché non avrebbe interesse a passare per il guastafeste. Almeno così si spera. Lo storico del suo agire ci porta a pensare questo: fa rumore, discute ma poi vota. Conviene a tutti. Anche a lui. Visto il momento che passerà alla storia.
Italia al Centro
Il gruppo di Giovanni Toti intanto raggiunge la soglia minima per dar vita ad un gruppo politico in Senato. E la novella viene comunicata al premier Mario Draghi. Al momento ci sono 10 senatori di «Italia al Centro». L’intensione della compagine, nelle parole di Toti, è quella di sostenere il Governo Draghi nella posizione atlantista e tutto quanto riguarda il rapporto tra Russia e Ucraina. Che dire, di questi tempi, è un buon segnale per il Governo che comunque deve fare i conti con le minacce dei dissidenti.
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