Avere un salario minimo in base al costo della vita di una grande città sembra un’utopia? A Londra è già realtà e presto potrebbe esserlo anche Milano. Vediamo di cosa si tratta.
È innegabile che nelle grandi metropoli il costo della vita sia più elevato: il canone degli affitti, la spesa così come i servizi sono più cari rispetto ai centri medio piccoli. Per abitare a Milano e sostenere un tenore di vita medio occorre avere una busta paga decisamente elevata. Lo stesso vale per altre grandi città europee dove il carovita raggiunge picchi elevati rispetto alla media del Paese. Una ponderazione del salario calcolato secondo le esigenze reali del cittadino è già attiva a Londra da qualche anno e sembra raccogliere il consenso di datori e lavoratori.
Salario minimo reale per chi vive in questa città: cos’è?
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A Londra, dall’aprile 2016 il Governo ha introdotto un salario minimo per tutti i lavoratori con più di 25 anni, età abbassata ulteriormente a 23 anni nel 2021. Il salario minimo inglese punta a raggiungere entro il 2024 almeno una percentuale (il 66%) dell’importo dello stipendio medio nazionale. In più, in Inghilterra c’è anche un salario minimo reale su base volontaria. Cosa significa? I datori di lavoro volontariamente possono adeguare la retribuzione dei dipendenti al salario calcolato per far fronte al reale costo della vita.
La cifra del salario minimo reale è calcolata da Organizzazioni e Fondazioni di livello nazionale. Attualmente il salario minimo nazionale è di 12 sterline all’ora ossia 13,75 €. Inoltre per chi vive a Londra, molti datori di lavoro hanno adeguato il compenso dei lavoratori al salario minimo reale non su base nazionale ma su base dei prezzi di Londra. Sono oltre 14.000 le aziende che hanno aderito e ben 460.000 lavoratori che hanno beneficiato del salario minimo reale che potremmo definire come l’unico salario basato su ciò di cui le persone hanno bisogno per vivere. Il salario minimo nazionale della Capitale è denominato London Living Wage.
Milano
Il movimento “Adesso!” ha sottoposto un’interessante proposta all’Amministrazione comunale meneghina: un salario minimo per chi risiede a Milano basato sulle reali condizioni di vita nella città. La proposta ha ricevuto notevole attenzione anche dal Sindaco Sala che ha promesso che lavorerà sulla proposta in quanto l’amministrazione comunale non ha fondi per ulteriori sussidi. “Adesso!, il movimento fondato da Tommaso Greco, non si è limitato a lanciare un Milan Living Wage in salsa milanese, ha anche calcolato un importo. 12 €/h sarà la base sotto la quale non si dovrebbe scendere.
Ovviamente per le aziende che volessero adeguarsi, dovrebbero esser messi in campo delle agevolazioni economiche in termini di aiuti finanziari oppure di sgravi fiscali o facilitazioni burocratiche. L’esperienza londinese è servita anche per arginare l’ormai celebre fenomeno delle Great Resignation. Sempre più inglesi, infatti, hanno rassegnato le dimissioni in questi ultimi anni post-pandemia nella maggior parte dei casi per cercare un posto di lavoro che garantisca una qualità della vita superiore.
Adottare un salario minimo reale per chi vive in questa città potrebbe essere anche un’ottima misura anticrisi.
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