In verità, la storia ci insegna, che spesso più che di «ragioni» si tratta di «pretesti». Quel cruccio finale che fa dare il comando ultimo di avvio del conflitto a fuoco. Un po’ come accade tra due persone ostili. Sin dai tempi delle elementari. Per molto tempo si guardano a vista in modo arcigno. L’uno trama contro l’altro, spesso ipotizzando che il rivale stia tramando chissà quali strategie a proprio danno e poi basta una parola di troppo o fuori luogo a far esplodere la rissa. In fondo, l’origine di ogni guerra è da ritrovarsi nella parte più buia e aggressiva insita nel cuore umano. Ed è quando questa prende il sopravvento, a scapito di un’educazione alla civiltà, al buon senso, al rispetto della libertà dell’altro che tutto va in frantumi.
Nel dettaglio, spostando la lente su Nazioni e grandi numeri, nel 2022, dopo numerose conquiste sociali degne di popoli civili, ci sorprende un tonfo nel passato. Nel putridume di una guerra. Che al di là di vincitori e vinti, è una perdita per ciascuna delle parti in campo. Perché è il trionfo del disumano, della parte animale, quindi istintiva e non ragionata, dell’uomo.
Perché la Russia attaccherebbe l’Ucraina
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Il movente sarebbe la possibilità che l’Ucraina si avvicini sempre più all’Europa fino al punto da poter far parte (prima o poi) dell’Unione Europea. Altro motivo (?) sarebbe l’ambizione del comico diventato presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky di entrare nella Nato. Se queste due ambizioni si avverassero, la Russia verrebbe privata di un cordone di «protezione». O meglio, per dirla con espressioni che pensavamo non usare più, perderebbe una zona cuscinetto.
Che Paese è l’Ucraina
Il motivo (?) del contendere è una Repubblica semi presidenziale, dove il presidente è eletto direttamente dal popolo e formalmente è Capo dello Stato. Sebbene il tenore di vita sia ancora lontano dagli standard europei (soprattutto a fronte del crollo economico successivo all’invasione della Crimea da parte della Russia nel 2014), il Paese nel tempo ha dato segni di crescita economica. Questa ha avuto anche risvolti sociali. Cioè avrebbe innescato una sorta di emancipazione nei cittadini e nei vertici dirigenziali. Voglia di libertà e di democrazia grazie alla maggiore dignità conquistata nel tempo. E già queste sono le premesse per infastidire la Russia che storicamente è abituata a godere della sottomissione dei vicini.
Russia – Ucraina, le «ragioni» di un possibile conflitto
Quel che sta accadendo nelle ultime ore rimbalza di Paese in Paese in giro per il Mondo mentre ancora paghiamo lo scotto della pandemia. Molti Stati dell’UE invitano i propri connazionali a lasciare Kiev. Biden ha telefonato Putin ma è servito a poco. Forse perché la telefonata è stata più che altro un gesto da far riportare alle agenzie di stampa. Chissà se realmente c’era l’intenzione di voler tentare un dialogo autentico. Intanto Putin le prova tutte per sfinire i cittadini ucraini.
Falsi allarmi?
Addirittura partirebbero falsi allarmi di segnalazione di un attacco. Il presidente Zelensky, che conosce i tatticismi dello zar come una madre conosce i propri figli, invita i suoi connazionali alla calma e al proseguimento di una vita ordinaria. Se guerra sarà, lo scopriremo il 16, data annunciata. E già questo sarebbe una novità per i russi che di solito non avvisano. Entrano in casa altrui con l’astuzia dei ladri di notte. Ma il tatticismo può rinnovarsi nel tempo e sorprendere il Mondo in un modo tutto nuovo. L’augurio è che non sia così rispetto alla tensione Russia-Ucraina e le «ragioni» di quello che è un possibile conflitto.