Prelevare i soldi sul conto corrente è pericoloso? Su questo quesito ci sono teorie diverse. C’è chi parla di semplice allarmismo, mentre c’è chi invece sostiene che ci siano proprio dei seri pericoli. A dire il vero effettivamente qualcosa di rischioso esiste, anche se forse non proprio come qualcuno dice. Rischioso prelevare dal conto corrente? Analizziamo la situazione.
Più che un prelievo in sé per sé, il problema è un prelievo non commisurato a quelle che gli accertatori possono considerare come le capacità di un contribuente. E la Corte di Giustizia di secondo grado della Lombardia, aggiorna questo argomento con una pronuncia che può essere considerata una grande novità.
Gravi rischi per i prelievi sul conto corrente anche di cifre basse, novità dalla Giurisprudenza
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Dal redditometro allo spesometro, dalle dichiarazioni dei redditi alle dichiarazioni sostitutive uniche per il rilascio dell’ISEE. Le dichiarazioni che i contribuenti italiani fanno finiscono ormai in quello che a tutti gli effetti è sempre di più un Grande Fratello del Fisco italiano. Tutto sotto controllo e tutti sotto controllo. Il redditometro per esempio nasceva per arrivare a determinare se effettivamente i contribuenti italiani dichiaravano i guadagni e gli introiti che avevano. Con lo spesometro si è passati a controllare e studiare se ciò che gli italiani dichiarano singolarmente equivaleva a quello che spendono nella vita di tutti i giorni. Ma a dire il vero non c’è questa rigidità assoluta da parte del Fisco nel controllare i contribuenti, Questo non vuol dire che non si corrono seri rischi spendendo soldi che magari non sono stati dichiarati puntualmente al Fisco come le Leggi prevedono.
Rischioso prelevare dal conto corrente? ecco perché si rischia, ma c’è il modo per difendersi
La paura che molti contribuenti hanno nello spendere persino i loro soldi presenti sul conto corrente oggi dovrebbe essere meno forte. Questo proprio alla luce di una recente pronuncia della Corte di Giustizia di secondo grado della Regione Lombardia. Sentenza che ha spiegato come un contribuente può difendersi da eventuali appunti mossi nei suoi confronti da un organismo accettatore per eventuali problematiche di natura fiscale e reddituale. Rischioso prelevare dal conto corrente?
Nello specifico gli ermellini parlano di prelievi dal conto corrente stabilendo quindi come i contribuenti possono difendersi nei confronti dei controlli riguardanti i prelievi bancari considerati privi di giustificazione. Va ricordato a scanso di equivoci, che i controlli da parte del Fisco italiano sui conti correnti riguardano soltanto le attività imprenditoriali. Inoltre tali controlli impongono che l’imprenditore interessato da questo genere di attività di prevenzione dell’evasione fiscale, debba giustificare solo alcune operazioni. Parliamo di quei prelievi che superano i 1.000 euro al giorno o che superano i 5.000 euro in un mese. Senza le giustificazioni del caso, l’accertamento fiscale scatterebbe in automatico nei confronti degli imprenditori. Ed in sede di accertamento anche in quel caso al contribuente finito nel mirino del Fisco verrebbe imposto di giustificare l’utilizzo di quel denaro precedentemente prelevato dal conto corrente.
Ecco come difendersi secondo la Corte di Giustizia
Spiegare i motivi del prelievo o la fine che hanno fatto i soldi prelevati è ciò a cui sono chiamati i contribuenti. Ma secondo gli ermellini, l’Agenzia delle Entrate prima di mettere sotto controllo un contribuente dovrebbe verificare anche l’incidenza dei costi subiti dal contribuente. In altri termini, non va considerato solo il reddito del contribuente e confrontato con un prelievo fuori contesto.
Perché anche i costi devono essere evidenziati. Costi che secondo la Corte di Giustizia devono essere detratti dall’ammontare dei prelievi privi di giustificazione. Se un prelievo non viene giustificato, il Fisco punisce il contribuente tassando con il 40% il maggior ricavo che la stessa agenzia calcola al contribuente di fronte ad un prelievo non giustificato. In altri termini il Fisco ipotizza subito che ci sia evasione fiscale. Ma adesso dovrà anche considerare i costi che un imprenditore sostiene e toglierli dalla cifra prelevata finita sotto indagine. Basterà dimostrare che un prelievo “esagerato” serviva per pagare un fornitore piuttosto che un altro costo aziendale. E su quella parte di prelievo a copertura del costo, nulla può essere eccepito al contribuente.