Dai primi anni del ‘900 i governi si sono occupati della questione dell’edilizia residenziale pubblica, le cosiddette case popolari.
Si tratta di appartamenti che lo Stato mette a disposizione per una parte di cittadini impossibilitati a stipulare un normale contratto di locazione.
Si tratta di persone che hanno perso il lavoro, con un reddito basso e, in generale, che vivono una situazione molto precaria.
I cittadini che rispondono ai requisiti potranno farne richiesta e l’assegnazione avverrà tramite un bando pubblico.
Tuttavia, l’assegnazione di queste case non sarà gratuita e priva di obblighi da parte dell’assegnatario. Infatti, sarà richiesto un canone di locazione commisurato alla situazione economica del soggetto.
Il bando pubblico
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Per ottenere l’assegnazione di una casa popolare è necessario essere in possesso di alcuni requisiti descritti nel bando pubblico.
A grandi linee i requisiti principali sono legati alla situazione economica e sociale. I soggetti richiedenti dovranno essere senza o con reddito inferiore a una soglia stabilita da bando a bando.
Inoltre: soggetti disabili, senza fissa dimora o un solo genitore con figli a carico.
Ogni comune o regione, tuttavia, potranno stabilire dei requisiti, di volta in volta, diversi per l’assegnazione.
Rischia lo sfratto l’assegnatario di una casa popolare che non rispetta queste regole
Chi si vede assegnato un alloggio di edilizia residenziale pubblica dovrà rispettare alcuni obblighi. La violazione di questi obblighi potrà portare allo sfratto immediato.
Innanzitutto, il canone di locazione, più o meno oneroso, dovrà essere pagato in maniera regolare.
Gli assegnatari, poi, non potranno subaffittare l’immobile ad altre persone e dovranno alloggiare in maniera stabile nella casa.
L’alloggio non dovrà essere utilizzato per scopi illeciti o diversi dall’abitazione.
Sarà necessario intervenire con piccoli lavori di manutenzione senza, però, modificare i locali della casa. Anche nel caso di miglioramenti non sarà possibile apportarli senza l’autorizzazione dell’Ente preposto o del Comune.
Negli spazi dell’appartamento, poi, non potranno essere depositate sostanze pericolose che possono mettere in pericolo la salute.
L’inquilino dovrà permettere l’esecuzione di controlli per mantenere l’immobile in buono stato e dovrà restituirlo senza alcun danno.
Gli assegnatari, poi, assumeranno la gestione diretta dei servizi accessori e degli spazi comuni.
Sarà necessario osservare il regolamento per i servizi di autogestione e pagare i servizi per l’autogestione.
Lo sfratto dipenderà dalla morosità ma anche dalla decadenza dei requisiti necessari per l’assegnazione. Quindi, rischia lo sfratto l’assegnatario di una casa popolare che non rispetta queste regole.