Nella vita da adulti una cosa fondamentale è rappresentata dal lavoro. E quando è alle dipendenze di qualcun altro si instaura un rapporto che può diventare anche molto delicato. Il dipendente, infatti, ha il dovere di svolgere bene la propria mansione mentre il datore di lavoro ha quello di erogare uno stipendio.
Ma non si limita solo a questo visto che poi entrano in gioco anche le tutele che il lavoratore deve avere. Sia dal punto di vista economico che dal punto di vista sindacale.
Anche se è colui che paga, il datore di lavoro non è libero di fare tutto quello che vuole visto che ci sono dei paletti imposti che non può oltrepassare. Rischia la reclusione fino a 6 anni e oltre il datore di lavoro che commette questi imperdonabili errori.
Diritti e doveri
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Come abbiamo detto il lavoratore dipendente ha diversi obblighi e diritti. Il diritto imprescindibile è quello di ricevere il proprio compenso tutti i mesi. Anche in caso di malattia. In questo caso, quindi, il lavoratore è pagato anche se il proprio lavoro non lo svolge. A tutela del datore di lavoro, in questi casi, ci sono le visite fiscali che hanno lo scopo di verificare lo stato di salute del lavoratore.
Ma attenzione. La visita fiscale può essere predisposta dall’INPS per verificare l’autenticità della malattia. Ma può anche essere richiesta dal datore di lavoro con una richiesta telematica all’INPS, che procederà a mandare una visita di controllo. Attenzione: l’azienda può richiedere anche più di una visita fiscale per lo stesso periodo di malattia. Non ci sono limiti alle visite di controllo che il datore di lavoro può richiedere.
Rischia la reclusione fino a 6 anni e 6 mesi in caso di malattia e visita fiscale chi adotta questo comportamento che genera ansia e paura
Una recente sentenza della Corte di Appello di Bari ha ribadito che troppe visite fiscali richieste dal datore di lavoro possono configurarsi come mobbing. Se l’azienda, infatti, richiede visite fiscali continue il dipendente può sentirsi vessato. E potrebbe vivere la cosa con uno stato di ansia e paura.
La visita fiscale, secondo i giudici, non può trasformarsi in una persecuzione per il lavoratore malato. E in questo caso potrebbe andare a minare anche la salute psicofisica del dipendente. Ed il mobbing, in Italia, è punito molto duramente anche se deve essere dimostrato. Per il datore di lavoro, quindi, che mette in atto una condotta persecutoria utilizzando le visite fiscali in modo ossessivo è prevista anche la reclusione. Che può arrivare fino a 6 anni e 6 mesi.
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