Secondo il codice civile il testamento è l’atto personalissimo con cui una persona dispone, per il tempo in cui avrà cessato di vivere, di tutti propri beni o di parte di essi. Data la rilevanza di questo documento, la legge prescrive tassativamente le forme in cui deve essere redatto.
In particolare, si parla di testamento olografo quando viene redatto personalmente dal testatore. In questo caso l’atto dovrà essere scritto, datato e firmato di proprio pugno. Un testo scritto al computer, ad esempio, anche se poi sottoscritto a mano, non ha alcun valore. Altrimenti, è possibile rivolgersi ad un notaio, alla presenza di due testimoni, e dichiarare oralmente le ultime volontà. In tale ipotesi sarà il notaio a redigere per iscritto il documento, il quale dovrà poi essere firmato dal testatore, dai testimoni e dal notaio stesso. In tale ipotesi si parla di testamento pubblico.
Cosa accade in caso di falsificazione
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Può accadere che il testamento olografo venga falsificato, magari dai familiari del defunto, con l’intento di modificare la ripartizione dei beni facenti parte dell’asse ereditario. La legge prescrive infatti solo tre requisiti per la validità di questo atto: l’olografia, la datazione e la sottoscrizione da parte del testatore. Requisiti che potrebbero facilmente essere alterati.
Per un comportamento così scorretto l’erede rischia grosse sanzioni e di perdere la quota legittima. In caso di sospetti sull’autenticità del testamento è possibile agire sia in via civile che in via penale. Nel primo caso bisognerà rivolgersi ad un giudice e provare, attraverso l’impiego di perizie calligrafiche, la contraffazione. Tali perizie si effettuano tramite il raffronto del testamento con altri documenti scritti a mano dal defunto. Una volta accertata la falsità del testamento, la sanzione prevista dal codice civile è la radicale nullità dell’atto.
Rischia grosse sanzioni e di perdere la quota legittima l’erede o il familiare del defunto che tiene questo comportamento
È inoltre possibile agire penalmente. Falsificare un testamento è infatti previsto dalla legge come reato. In questa ipotesi bisognerà rivolgersi alle forze dell’ordine e sporgere formalmente denuncia. Saranno poi gli inquirenti a svolgere gli accertamenti necessari. I giudici della Corte di Cassazione, nella sentenza n. 29877/2020, hanno chiarito che il mero fatto che il testamento contraffatto risulti vantaggioso per una specifica persona non è sufficiente a provare la colpevolezza di questa. Nemmeno nel caso in cui risulti un unico beneficiario. Per condannare è infatti necessario provare, oltre ogni ragionevole dubbio, la piena responsabilità dell’imputato. Non è quindi possibile accontentarsi di un labile indizio.
Dunque, gli eredi, tra le diverse cose che possono fare per tutelare i propri diritti successori, devono prima di tutto prestare particolare attenzione alla veridicità del testamento rinvenuto. In particolare, controllando l’autenticità dei requisiti prescritti dalla legge. Se dovessero dubitare dell’autenticità dello stesso, è bene procedere immediatamente con i dovuti controlli.
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