Ci sono adempimenti che non possono essere sottovalutati per via degli effetti che hanno sulla vita dei contribuenti. Oggi molte famiglie si appoggiano a Bonus, agevolazioni e sussidi. Dal 2022 è diventato di importanza vitale l’Assegno Unico e Universale sui figli.
Parliamo di quella misura che è destinata a famiglie con figli fino a 21 anni di età. Una misura fondamentale, una sorta di reddito aggiuntivo sia per i disoccupati che per i beneficiari dei sussidi, sia per i lavoratori autonomi che per i lavoratori dipendenti. Non ci sono più i Bonus Bebè, le detrazioni per i carichi di famiglia e gli Assegni per il Nucleo Familiare. Ormai tutti aspettano ogni mese questo Assegno. Ma c’è chi rischia di perdere una parte dell’Assegno se non provvede ad un adempimento obbligatorio entro la fine del mese di febbraio.
Rischia di perdere una parte dell’Assegno sui figli chi ha dimenticato la scadenza del 29 febbraio
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L’Assegno Unico e Universale sui figli a carico è una misura che non prevede ogni anno una nuova domanda. Salvo casi di cambiamenti del nucleo familiare, ovvero nuove nascite o nuove adozioni, oppure fuoriuscite dei figli dal nucleo familiare, o ancora, superamento dell’età massima di fruizione per i figli (21 anni, ndr), non bisogna presentare nessuna nuova domanda. A gennaio tutti coloro che percepivano l’Assegno Unico fino a dicembre, hanno percepito il nuovo rateo. Con gli stessi importi dell’anno scorso. A febbraio invece, probabilmente gli importi cresceranno per via del tasso di inflazione, con conguagli a debito o a credito per le famiglie relativi al mese di gennaio. Però, nonostante non ci sia bisogno di una nuova domanda, e nonostante l’INPS prosegua con le erogazioni, febbraio rischia di essere l’ultimo mese di fruizione intero del sussidio spettante. Perché un adempimento comunque le famiglie devono farlo.
Attenzione all’ISEE, se passa febbraio sono guai
Gli importi dell’Assegno Unico e Universale sui figli a carico è commisurato all’ISEE del nucleo familiare. L’ISEE del 2023 è scaduto lo scorso 31 dicembre. Nonostante questo, a gennaio i beneficiari dell’Assegno Unico hanno preso gli stessi soldi dell’anno scorso. Perché tutto questo? perché l’INPS ha usato l’ISEE 2023 e probabilmente userà lo stesso ISEE per i pagamenti che dal 15 febbraio inizierà a mandare ai beneficiari, per la mensilità del mese corrente. Solo chi ha già rinnovato l’ISEE potrà beneficare delle cifre effettivamente spettanti nel 2024, sia in aumento, se l’ISEE è sceso da una fascia all’altra, e sia in diminuzione se invece l’ISEE è salito.
Con conguagli per il mese di gennaio naturalmente. L’ISEE per chi non lo ha ancora fatto, va rinnovato obbligatoriamente entro il 29 febbraio. Perché altrimenti l’INPS per il mese di marzo e fino al primo pagamento successivo al rinnovo dell’ISEE, pagherà l’Assegno Unico con l’importo minimo, alla pari di chi ha ISEE sopra i 40.000 euro o chi non lo fa mai. Significa per esempio che da 189 euro al mese per un figlio gli interessati rischiano di passare a 54 euro più o meno. Differenze enormi quindi, anche se si tratta di soldi che non si perdono. Infatti se il rinnovo dell’ISEE, anche dopo il 29 febbraio, viene effettuato entro la fine di giugno, si ha diritto agli arretrati da gennaio. Se passa anche giugno senza rinnovare l’ISEE, gli arretrati vengono persi.