Essere titolari di un trattamento economico non vuol dire sempre avere la certezza che il pagamento avrà luogo indipendentemente dalle circostanze che si verificano. Questa regola vale non solo per le indennità che i contribuenti ricevono a vario titolo, ma anche per i trattamenti di tipo assistenziale. In questo caso è opportuno sapere che il diritto all’assegno mensile può decadere laddove si attesti la presenza di determinate circostanze di vita. Difatti rischia di perdere la pensione chi non comunica subito all’INPS questi dati sulla residenza come possiamo vedere di seguito.
Quale diritto e quale dovere per il percettore dell’assegno
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Quando si raggiunge il momento del collocamento in quiescenza non tutti i contribuenti possono vantare una florida carriera lavorativa. Le ragioni sono tante e di diversa natura. Per evitare che si verifichino situazioni in cui non si abbia diritto di percepire alcun pagamento, lo Stato mette a disposizione alcune misure di contrasto alla povertà.
È il caso ad esempio dell’assegno sociale INPS che si riceve anche senza aver versato contributi utili ai fini pensionistici. Questa indennità, nota ai più come pensione sociale, prevede l’attribuzione di un assegno mensile. In un precedente articolo abbiamo spiegato qual è l’età in cui è possibile chiedere l’assegno sociale INPS anche per le casalinghe ad esempio. Tale sostegno è regolamentato dalla Legge n. 335/1995 e prevede il possesso di determinati requisiti per riceverlo. Nel 2021 ha un importo pari a 460,28 euro e si riceve per un totale di 13 mensilità.
Rischia di perdere la pensione chi non comunica subito all’INPS questi dati sulla residenza
Non trattandosi di una vera e propria pensione, quanto di un sussidio assistenziale, l’INPS verifica annualmente che il beneficiario conservi i requisiti per il diritto. In caso contrario, l’Istituto di Previdenza Sociale può determinare la sospensione o la revoca. Oltre alla verifica del reddito minimo, un requisito imprescindibile è quello relativo alla residenza. L’assegno sociale è, come prevede la normativa, inesportabile. Questo significa che il titolare deve risiedere in Italia in maniera continuativa per conservarne il diritto.
Laddove si registri una residenza in Paese diverso dall’Italia, il diritto decade automaticamente. In questi casi, l’INPS può anche richiedere la restituzione delle eventuali quote indebitamente ricevute. Se il titolare dell’assegno sociale soggiorna all’estero per più di 29 giorni, l’INPS procede con la sospensione. Nel caso in cui il requisito di residenza continui a non essere soddisfatto, dopo un anno dalla sospensione l’INPS procede direttamente a revocare il pagamento. Pertanto, coloro che non intendono perdere l’assegno mensile, devono tenere a mente questo importante requisito da rispettare.
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