Al momento della stipula del contratto di lavoro tanto il dipendente quanto il datore assumono una serie di diritti e di obblighi. Il dipendente, principalmente, ha il dovere di svolgere le proprie mansioni nei modi e nei termini concordati con il capo. Il datore di lavoro ha, invece, l’obbligo di pagare lo stipendio al proprio dipendente e assicurargli un luogo di lavoro sicuro. È già la Costituzione che protegge il diritto alla salute del lavoratore, ma è la legge che specifica i doveri concreti del datore di lavoro.
L’articolo 2087 del codice civile obbliga l’imprenditore ad adottare tutte le misure necessarie a tutelare l’integrità fisica e morale dei lavoratori. Queste misure devono basarsi sulle particolarità e le specificità del lavoro, oltre che sull’esperienza e sulla tecnica professionale. Oltre a questo, abbiamo il Decreto Legislativo 81 del 2008 che contiene norme ancora più specifiche sulla sicurezza sul lavoro.
I doveri del datore
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In generale si può osservare come il datore di lavoro assuma la responsabilità per la salute psico-fisica dei dipendenti sul posto di lavoro. Se viene meno a questi obblighi rischia sanzioni pesantissime. Ad esempio, rischia 6 anni e 6 mesi di reclusione quando sia lui stesso a pregiudicare la salute dei propri dipendenti. È il caso del mobbing che può tradursi nel reato di atti persecutori, articolo 612 bis del codice penale. Non solo, ma il datore di lavoro dovrà riconoscere un ingente risarcimento del danno al lavoratore. La somma dipenderà dal danno causato alla salute del dipendente.
Esiste un confine molto sottile tra il mobbing e un nuovo comportamento vietato, ma meno grave, del datore di lavoro, identificato dalla giurisprudenza. Si tratta dello straining. In sostanza la Cassazione, con l’ordinanza 16580 del 2022, ha spiegato che si ha straining quando il capo sottopone il dipendente a forte stress lavorativo. Mette in atto, cioè, una serie di comportamenti, anche leciti se singolarmente considerati, che stressano molto il proprio dipendente. Questo può portare ad un peggioramento della sua salute psico-fisica.
Rischia 6 anni e 6 mesi di reclusione e un grosso risarcimento del danno il datore di lavoro per questo comportamento
Ora, quando il datore di lavoro attua lo straining con comportamenti particolarmente pesanti e gravi potrebbe trattarsi di mobbing. E quindi, andremmo nel penale con la sanzione della reclusione e il risarcimento del danno. I giudici spiegano che, invece, se lo stress lavorativo dipende dal tipo di lavoro svolto, il dipendente non può chiedere il risarcimento. E non può nemmeno chiedere sanzioni per il datore di lavoro. Infatti, la legge punisce il datore di lavoro solo quando sia lui, o dei colleghi del dipendente, a causare la situazione di stress. La quale, poi, si traduce nel danno alla salute al dipendente.
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