Quali possono essere i rischi di un ricovero ospedaliero? Alcuni test diagnostici dicono sempre la verità?
Proviamo a dare delle risposte.
Rischi da contagio ospedaliero e falsi test nei tamponi
Un tema particolarmente delicato, soprattutto in questa delicata fase pandemica, ma che sussiste da sempre, è quello dei possibili contagi ospedalieri.
Può infatti capitare che una persona, che entra in ospedale o in clinica, per una determinata problematica, venga poi contagiata nell’ambito della stessa struttura.
Qualcuno forse si stupirà, ma questa è la semplice realtà.
Tradizionalmente, ad esempio, molti casi di salmonellosi si verificano all’interno di ospedali.
Si tratta di una infezione, che può avere conseguenze anche gravi.
Ma per quale motivo si verificano queste infezioni?
Le vie più comuni di trasmissione delle infezioni ospedaliere sono quelle aeree ed il sistema idrico ed igienico.
Capita infatti che, nonostante alcuni protocolli seguiti per tentare di assicurare una sostanziale sicurezza da certe infezioni, i fattori contagianti, di natura sia virale, che batterica, riescano comunque a diffondersi nell’ambiente ospedaliero, ed a contagiare quindi un certo numero di persone.
Oggi il Covid si può contrarre in ospedale?
Purtroppo la risposta è affermativa. Capita infatti che persone, ricoverate per altri motivi, e sottoposte a tamponi periodici in ospedale, risultino negative ai primi, poi positive ai successivi.
Questo significa che, nonostante i protocolli anti-contagio, il virus riesce a diffondersi ugualmente.
Ma i tamponi dicono sempre la verità?
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In questa fase si stanno facendo molti tamponi, per rilevare il contagio da Covid, ma non sempre questi dicono la verità.
Il problema dei test diagnostici è quello dei cosiddetti falsi positivi e negativi.
I primi si verificano indicando contagi che non sussistono.
I secondi escludono il contagio, quando invece si è verificato.
Questo tema riguarda anche i tamponi.
Pertanto non sempre chi non risulta contagiato effettivamente non lo è.
Quanto ai falsi test positivi, si possono ad esempio verificare perché il soggetto è entrato in contatto con parte del materiale genetico del virus. Quindi con scarso impatto virale. Oppure quando il virus è morto, o ancora il soggetto sottoposto a test potrebbe essere colpito da una banale influenza.
In questi casi, risulta quindi magari contagiato chi non dovrebbe essere indicato come tale.
Insomma, se una conclusione può essere tratta da quanto sopra esposto, a proposito dei rischi da contagio ospedaliero e falsi test nei tamponi, potremmo dire che nulla va dato per scontato. In ambito medico, in modo assoluto.
Neppure l’efficacia di protocolli anti-contagio o di test diagnostici.
A cura di Gian Piero Turletti, autore di “Magic Box” e “PLT“