La pandemia ha catapultato il mondo del lavoro nel baratro e rimettere tutto a posto è difficile. Sul tavolo tecnico del Governo, lo studio sulla riforma pensione e 3 proposte esaminate dall’INPS rilevate costose, a rischio Quota 41. L’obiettivo della nuova riforma è quello di ridurre le disuguaglianze e creare un sistema previdenziale equo e sostenibile. Nella relazione presentata dal Presidente dell’INPS alla Camera, sono state esaminate le tre possibili proposte valutandone il costo.
Riforma pensione e 3 proposte esaminate dall’INPS rilevate costose, a rischio Quota 41
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Sono tre le proposte esaminate per la nuova riforma pensione, che dovrebbero risolvere lo scalone di cinque anni lasciato da Quota 100.
La prima riguarda il pensionamento anticipato senza limite dell’età anagrafica, con solo il requisito contributivo di 41 anni.
La seconda è la pensione anticipata a 64 anni con 36 anni di contributi ma con penalizzazione. Infatti, questa misura prevede il calcolo con il sistema contributivo.
La terza è quella realizzata dallo stesso Tridico (Presidente dell’INPS) e prevede intatta la pensione a 67 anni con la quota retributiva, ma l’anticipo con la sola quota contributiva a 63 anni.
Dall’approfondimento presentato emerge che la più costosa è la pensione con 41 anni di contributi.
Infatti, richiede un investimento di 4,3 miliardi nel 2022 fino ad arrivare a 9,2 miliardi a fine del decennio. Invece, la pensione a 64 anni di età con 36 anni è meno costosa. Richiede un investimento iniziale di 1,2 miliardi nel 2022 fino ad arrivare nel 2027 a 4,7 miliardi. La terza sembra quella più accessibile e meno costosa. Infatti, prevede un investimento iniziale di 500 milioni nel 2022 fino a raggiungere nel 2029 circa 2,4 miliardi.
Nel frattempo, la crisi pandemica ha messo a dura prova il bilancio INPS, appesantito dagli aiuti e sussidi erogati ad un italiano su tre.
Inoltre, sul fronte occupazionale non è andata meglio. La Quota 100, voluta fortemente dalla Lega, non ha raggiunto l’obiettivo sperato. Infatti, è stata utilizzata principalmente dai lavoratori con redditi medio alti.