Pensione 2023 sulla graticola perché ciò che il Governo ha prodotto con la riforma delle pensioni è stato già criticato da diverse parti. E adesso anche l’UE ha bocciato di fatto la manovra compreso il pacchetto pensioni, naturalmente. Oggetto del contendere, manco a dirlo, il fatto che la spesa italiana per la previdenza è esagerata e va contenuta.
I rilievi mossi da Bruxelles nei confronti dell’Italia riguardano il fatto che ogni misura previdenziale tende a far salire la spesa. E dal momento che nel contenitore della spesa INPS oltre alla previdenza c’è pure l’assistenza, ecco che i rilievi dell’UE finiscono con il diventare una specie di aut-aut. In pratica, vietato anticipare la pensione per gli italiani da parte del Governo. Che sia a rischio perfino la nuova Quota 103? Ecco gli scenari attuali e cosa rischia di accadere per il pacchetto previdenza della Legge di Bilancio.
Riforma delle pensioni in stallo ma anche le novità 2023 sono a rischio
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Per via dell’elevata spesa pubblica per la previdenza, ogni anno sulle pensioni l’UE ha messo il freno all’operato di ogni Governo italiano. Ed anche il Governo Meloni, con la sua Legge di Bilancio mandata a Bruxelles per l’avallo UE, ha subito il medesimo trattamento. Tradotto in termini pratici, secondo i vertici della Commissione Europea sulle pensioni la linea dovrebbe essere quella di un ritorno in pianta stabile alla Riforma Fornero.
Anche la Quota 103 rischia di essere troppo vantaggiosa. Ciò che ha penalizzato i lavoratori, cioè la Legge Fornero, andrebbe superato, e questo è il cavallo di battaglia di quasi tutti i gruppi parlamentari di maggioranza. E con la Quota 103 il Governo ha deciso di rendere meno rigido il meccanismo. Ma con questa misura i lavoratori possono uscire a 62 anni di età con una carriera però abbastanza lunga e penalizzante. Servono 41 anni di contributi versati. Non certo una uscita super vantaggiosa, quindi. Eppure, i rilievi e le critiche sono già tanti. La concentrazione dei legislatori è però massima, anche perché in campagna elettorale le promesse erano tante.
Opzione donna a platea contenuta per il costo della riforma
Riforma delle pensioni in stallo, visto che se ne riparlerà nel 2023. Ma per adesso le difficoltà a varare misure di favore per i pensionati sono tante. Il Governo sembra voler continuare con la Quota 103, anche perché Natale sta arrivando e quindi i tempi per la manovra sono ristretti. E finirà con l’essere prorogata anche Opzione donna, così come si trova adesso nella bozza della manovra. Significa che, per contenere la spesa previdenziale, anche Opzione donna subirà delle limitazioni di platea. Nonostante da tutti sia riconosciuta come una misura che di fatto è a carico delle lavoratrici. E nonostante chi sceglie Opzione donna perde il 30% di pensione o forse più, prorogarla per tutte di un anno costa parecchio.
E allora ecco la soluzione di limitare la possibilità di uscire a 58 anni solo alle donne con due o più figli. Rendendo meno favorevole la misura per chi ha avuto solo un figlio (uscita a 59 anni) o per chi non ne ha mai avuto uno (60 anni). E senza considerare poi che Opzione donna dovrebbe riguardare solo le disoccupate, quelle che lavorano in aziende in crisi dichiarata, le invalide e le caregivers.