Sulle pensioni, da 60 anni di età in un attimo lo Stato italiano passò a 66 anni. Le pensioni di anzianità da 40 anni di contributi versati passarono a 42 anni per gli uomini e 41 per le donne. E la pensione con 60 anni di età e 35 di contributi con quota 96 sparì dai radar. Sono i correttivi alle pensioni introdotte dalla legge, nel 2012, cioè dalla riforma Fornero. Una riforma duramente contestata che ogni Governo ha deciso di contenere con provvedimenti tampone e mai strutturali. E se non si interviene durante il 2024, con interventi ad hoc, dal 2025 per andare in pensione non resteranno che le misure introdotte proprio dalla riforma Fornero. Vediamo adesso per la riforma delle pensioni, cosa accadrà.
Riforma delle pensioni, cosa accadrà adesso in vista del 2025, ecco da quali misure si riparte
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In un attimo la riforma Fornero ridusse drasticamente i vantaggi per le donne sull’età pensionabile che salì da 60 a 66 anni, raggiungendo quella degli uomini. Ed in un lampo portò molti lavoratori a restare senza pensione e senza lavoro. Nacquero i cosiddetti esodati, che furono oggetto dal 2013 al 2020 di ben 9 provvedimenti di salvaguardia. Ogni Governo dal 2013 ad oggi ha usato misure in deroga ma non strutturali per cercare di rendere meno pesante la riforma Fornero. E così ha fatto il Governo attuale. Con Quota 103, con l’APE sociale e Opzione Donna, è successo esattamente questo. Al netto del fatto che si tratta di misure fortemente penalizzanti, non si fa altro che alleggerire di poco il carico della riforma Fornero. Ma presto sarà il momento di tornare a parlare di una riforma strutturale del sistema. Da dove si ripartirà?
Le misure che si dovrebbero usare
Quota 96, Quota 41 per tutti, flessibilità a 62 anni. Ecco da dove riparte la riforma delle pensioni. Sono queste le proposte che nei mesi scorsi molti facevano per le pensioni. Proposte inutilizzate dal Governo che ha deciso per una serie di interventi tampone e non strutturali come hanno fatto i Governi precedenti. E sono le proposte da cui si ripartirà nel 2024. Per arrivare al 2025 o al più al 2026, con una riforma vera della previdenza italiana. Con la Quota 41 per tutti, ogni lavoratore una volta completata la carriera utile (41 anni, ndr), potrebbe uscire dal lavoro a prescindere
dalla sua età. Il ripristino di Quota 96 invece consentirebbe a 60 anni di uscire dal lavoro con 36 anni di contributi. Infine per la pensione flessibile a 62 anni, anche 20 anni di versamenti basterebbero.