Raggiungere il collocamento in quiescenza rappresenta per alcuni contribuenti una vera e propria fase di passaggio esistenziale che richiede nuovi aggiustamenti. A mutare potrebbero non essere solo gli orari che scandiscono la routine quotidiana, ma anche i risparmi sui quali poter contare giornalmente.
In quest’ottica, chi ha versato pochi contributi o risulta titolare di un assegno pensionistico non sufficientemente soddisfacente, può ottenere alcuni aumenti previsti dalla Legge. Ci sono alcune forme d’integrazione che consentono difatti ai titolari di pensione INPS di ricevere delle provvidenze economiche in più nel cedolino. Una di queste è proprio l’importo aggiuntivo che solitamente l’Istituto di Previdenza Sociale garantisce ai potenziali beneficiari insieme alla tredicesima mensilità. Nella circolare n. 197/2021 l’INPS ha stabilito i nuovi importi e limiti di reddito che si possono prendere a riferimento per il 2022. Riceveranno d’ufficio 154 euro aggiuntivi i pensionati INPS che percepiscono redditi entro determinate soglie come vediamo di seguito.
Sussidi e sostegni economici
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Sono diverse le novità e le riconferme che quest’anno si considerano valide in ambito previdenziale. Chi ha scelto di collocarsi in quiescenza con la pensione di vecchiaia ordinaria, sa che i requisiti minimi restano invariati. Essi prevedendo infatti 20 anni di contributi minimo e 67 di età. In questi casi, abbiamo illustrato qual è l’importo minimo che spetta con 20 anni di contributi.
Tenendo conto di quanto prevede la Legge, esistono diverse forme d’integrazione che spettano ai pensionati a vario titolo. Una di cui abbiamo parlato interessa, ad esempio, gli stati di handicap grave ed è l’assegno di accompagnamento. Tale sussidio si eroga a solo titolo della menomazione ed è quindi indipendente dall’età del beneficiario e dal suo reddito. In precedenza abbiamo illustrato a quanto ammonta l’indennità di accompagnamento nel 2022. Se tale sussidio si colloca nella dimensione sanitaria, altri invece interessano esclusivamente quella economica.
Riceveranno d’ufficio 154 euro aggiuntivi i pensionati INPS che dichiarano questi redditi nel 2022
Un contributo che spetta alle pensioni che presentano importi al minimo è il cosiddetto importo aggiuntivo. Esso solitamente spetta in coincidenza del pagamento della tredicesima mensilità secondo quanto prevede l’art. 70, comma 7, della Legge 388/2000.
I destinatari sono i titolari di trattamenti pensionistici obbligatori diretti o indiretti che presentano determinati limiti di reddito. Per il 2022, tali limiti sono fissati dalla circolare 197/2021 INPS. L’importo aggiuntivo nel 2022 corrisponde a 154,94 euro e spetta alle forme pensionistiche che non superano l’importo minimo annuo del Fondo pensioni lavoratori dipendenti. In base ai dati riportati in tabella, tale dato corrisponde a 6.964,73 euro.
Affinché il pensionato riceva l’importo aggiuntivo in misura intera o ridotta, egli deve rientrare in specifiche soglie reddituali. Se non è coniugato, il reddito IRPEF comprensivo delle sue pensioni non deve superare 10.214,69 euro. Se il pensionato è coniugato, il limite di reddito IRPEF comprensivo delle pensioni non deve superare 20.429,37 euro. Generalmente l’INPS provvede ad assegnare d’ufficio la provvidenza economica, pertanto non occorre presentare specifica domanda. Laddove si registri il possesso dei requisiti ed il mancato riconoscimento del diritto, l’interessato può presentare domanda di ricostruzione della pensione.
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