Riceverà 530 euro come indennità di accompagnamento dall’INPS anche chi sbaglia a compilare o presentare l’apposita domanda grazie a questa semplicissima richiesta

verbali INPS

Presentare una domanda o una richiesta alla Pubblica Amministrazione oggi rimane qualcosa di piuttosto complicato. Spesso le persone si affidano a esperti per interagire con l’Amministrazione. Questo, però, a volte non è possibile e, occorre presentare le domanda e confrontarsi con l’Amministrazione personalmente. Oltretutto la burocrazia è fondamentale in Italia. Da una parte, infatti, se vogliamo ottenere un sussidio oppure un aiuto statale dobbiamo passare dall’Amministrazione. Dall’altro lato, anche nei rapporti tra privati la correttezza della documentazione è fondamentale.

L’importanza della documentazione

Si pensi che oggi moltissimi italiani stanno elaborando i progetti per realizzare i lavori del Bonus 110%. Pochi sanno che dovremmo confrontarci anche in questo caso con la burocrazia. Infatti, se non ci assicuriamo che la ditta, a cui ci affidiamo, sia in regola con una serie di documenti rischiamo la reclusione e di pagare un ingente risarcimento. Dunque, bisogna prestare attenzione alla documentazione e alla burocrazia. Fortunatamente i giudici, spesso, vengono in nostro soccorso. La Corte di Cassazione spiega che riceverò 530 euro come indennità di accompagnamento anche chi sbaglia a presentare l’apposita documentazione all’INPS.

Come noto, l’indennità di accompagnamento è un contributo economico erogato dall’INPS, per i soggetti che ne facciano domanda. Questi devono essere mutilati o invalidi totali, devono avere bisogno di un accompagnatore per deambulare o compiere gli atti della vita quotidiana. Per ottenere questo sussidio serve un’apposita domanda all’INPS che la analizza ed, eventualmente, la approva. Il caso esaminato dalla Cassazione, con il provvedimento 18761 del 2022, riguardava il caso di una signora che sbagliava a compilare la documentazione.

Riceverà 530 euro come indennità di accompagnamento dall’INPS anche chi sbaglia a compilare o presentare l’apposita domanda grazie a questa semplicissima richiesta

La signora aveva grandi difficoltà a deambulare e tutti i requisiti per accedere al sussidio. Nel presentare la domanda, per errore, spuntava la casella dove si dichiarava di non possedere i requisiti per l’accesso alla misura. Il resto della domanda, così come le certificazioni mediche erano, invece, del tutto corrette. Solo per quella svista l’INPS dichiarava la sua richiesta improponibile.

I giudici hanno ribaltato la decisione dell’INPS e attribuito alla signora l’indennità richiesta. Hanno spiegato che è dovere dell’INPS verificare che il soggetto sia in possesso dei requisiti di legge per l’accesso al sussidio. Se ha questi requisiti non può negargli il contribuito economico per una semplice svista. Dunque, se sbagliamo nel presentare una richiesta all’Amministrazione per qualche errore o svista possiamo ottenere, comunque, quanto richiesto ricordandoci di questo provvedimento della Cassazione.

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