Il migliore titolo della settimana appena conclusasi è stato OVS che con un rialzo dell’8,20% ha fatto meglio di Salvatore Ferragamo che ha guadagnato poco meno dell’8%. Questo risultato, però, non arriva isolato, ma fa parte di un rialzo record per un titolo dalle eccellenti prospettive.
Il titolo OVS (MILOVS) ha chiuso la seduta del 2 dicembre a quota 2,348 euro, in rialzo del 4,36% rispetto alla seduta precedente al termine di una settimana che ha visto una performance di oltre l’8%. Questo risultato, però, non giunge come un fulmine a ciel sereno, ma arriva dopo 8 settimane consecutive al rialzo. Un rialzo record per il titolo OVS che mai, prima d’ora, aveva registrato un pattern rialzista così importante.
Come naturale risultato di questo andamento le medie sul titolo sono incrociate saldamente al rialzo e, per il momento, non si intravedono pericoli all’orizzonte. Sicuramente, le quotazioni potrebbero andare ad aggiornare i massimi annuali che al momento si collocano in area 2,8 euro.
Come si spiega questo rialzo record per un titolo con ottime prospettive?
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Nel 2018 Stefano Beraldo ebbe un’intuizione che si sarebbe rivelata decisiva per le sorti di OVS. Decise, infatti, di mettere in vendita in alcuni punti vendita le creazioni di Massimo Piombo. Da quel momento le vendite legate a queste collezioni hanno raggiunto il 7% del fatturato e l’azienda punta sempre più su queste linee che riscontrano un ottimo successo tra i clienti.
Nel 2022 il gruppo OVS dovrebbe raggiungere ricavi attorno al miliardo e mezzo di euro, in sensibile aumento rispetto al fatturato 2021. Secondo quanto ha dichiarato il CEO Beraldo il gruppo ha presentato la migliore semestrale della sua storica e punta a una quota di mercato del 9%. Ci sono, quindi, tutti gli elementi per un futuro brillante anche in Borsa.
La forza del gruppo si evince anche dai tanti annunci di lavoro che appaiono in tutta Italia.
Secondo gli analisti che coprono il titolo, invece, il prezzo delle azioni OVS non ha molti margini di apprezzamento. Allo stato attuale, infatti, il prezzo obiettivo medio esprime una sottovalutazione di solo il 5%.