I titoli quotati in Borsa che rappresentano il cosiddetto Made in Italy sono raggruppati in un indice settoriale che va sotto il nome di Ftse Italia Brands Index. Nel corso dell’ultimo anno questo indice azionario ha fatto peggio dell’indice principale di Milano e anche il 2023 non è iniziato nel migliore dei migliori dei modi. Nel corso dell’ultima seduta di Borsa aperta, però, abbiamo assistito a un rialzo eccezionale per un titolo azionario del Made in Italy. Stiamo parlando del titolo Fila.
La valutazione del titolo
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La valutazione di FILA non è semplice in quanto a seconda dell’indicatore utilizzato si possono ottenere risultati tra loro contrastanti.
Andiamo a considerare, ad esempio, i principali indicatori utilizzati nell’analisi fondamentale come il rapporto prezzo su utili (PE), il rapporto prezzo su fatturato (PS) e il price to book ratio (PB).
Nel primo caso il PE è in linea con quello medio del settore di riferimento e, in assoluto, non è eccessivo essendo pari a 10,3x. Quando si considera il PS, invece, la sottovalutazione sale a oltre il 60%. In generale, poi, il valore del PS di FILA, pari a 0,5x, è basso in assoluto ed esprime sottovalutazione. Per concludere con il PB, anche in questo caso il titolo FILA non solo è sottovalutato in assoluto, ma presenta anche una sottovalutazione relativa al settore di riferimento pari all’85% circa.
Un elevato livello di sottovalutazione è confermato anche dagli analisti che coprono il titolo. Come riportato sulle riviste specializzate, infatti, il prezzo obiettivo medio esprime una sottovalutazione di oltre il 50%.
Un risultato opposto si ottiene, invece, se si considera il fair value calcolato con il metodo del discounted cash flow. In questo caso, infatti, le azioni FILA risultano essere sopravvalutato di oltre il 20%.
Rialzo eccezionale per un titolo azionario del Made in Italy: le indicazioni dell’analisi grafica
Le azioni FILA (MIL:FILA) hanno chiuso la seduta del 12 gennaio in rialzo del 5,43% rispetto alla seduta precedente, a quota 7,38 euro.
L’andamento del titolo negli ultimi anni non è stato brillante. È stato, infatti, sempre in discesa e ha sempre fatto peggio non solo dell’indice di riferimento, ma anche del Ftse Mib. Basti pensare che dai massimi del 2018 le quotazioni sono arrivate a perdere oltre il 70% e, dopo un minimo nel 2020, si stanno muovendo all’interno di un’ampia fase laterale.
Ecco, quindi, che acquisto molta importanza lo scatto rialzista del 12 gennaio. Basti pensare che un rialzo così importante si è visto solo una decina di volte negli ultimi 9 anni.
Una conferma nei prossimi giorni potrebbe spingere il titolo molto in alto. Di particolare interesse è l’area di resistenza a 7,5 euro. Già in passato, infatti, ha frenato l’ascesa del titolo. Potrebbe, quindi, essere decisiva anche questa volta.
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