Revoca del reddito di cittadinanza in assenza di importanti comunicazioni

reddito

La legge ci tiene molto a che il rapporto tra Amministrazione e cittadini sia corretto e trasparente. Questo si vede anche da una recentissima modifica normativa alla Legge 24190. Infatti, il Decreto Legge 76 del 2020 ha introdotto nella Legge 241 una nuova norma molto importante. Questa dispone che i rapporti tra cittadini e Amministrazione sono improntati al principio di collaborazione e buona fede. Sia l’Amministrazione che il privato devono comportarsi, quindi, in modo corretto reciprocamente. Dunque, il principio affermato dall’articolo 1337 in materia di responsabilità extracontrattuale vale anche per i rapporti privato/Amministrazione.

Nei rapporti tra privati, ad esempio, la giurisprudenza ha spiegato cosa succede quando non ci sia chiarezza e trasparenza nelle trattative precontrattuali. In particolare, la Cassazione ha riconosciuto la responsabilità di un agente immobiliare il quale non informava il proprio cliente che l’immobile che stava per comprare non aveva il certificato di abitabilità.

Il sussidio e la collaborazione

Anche per quanto riguarda i rapporti tra Amministrazione e cittadini, in materia di reddito di cittadinanza, i doveri di comunicazione hanno un ruolo centrale. Infatti, rischia la revoca del reddito di cittadinanza chi fornisce all’Amministrazione dati falsi oppure reticenti. Ad esempio, la giurisprudenza considera fondamentali i dati riguardo le modifiche della situazione reddituale. La Cassazione ha, di recente, revocato il reddito di cittadinanza ad un cittadino che non aveva comunicato all’INPS una modifica della sua situazione reddituale. Secondo i giudici, questo comportamento, oltre a portare alla revoca del beneficio, può comportare anche la commissione di alcuni reati.

Ulteriore novità in questo senso l’ha fornita sempre la Corte di Cassazione, con la sentenza di ottobre 2022 riguardante il reddito di cittadinanza, numero 37922. Il caso era quello di una donna che aveva chiesto e ottenuto il reddito di cittadinanza fornendo indicazioni false o reticenti. In particolare, la donna non aveva comunicato all’INPS che del suo nucleo familiare facessero parte anche il marito, separato solo in via di fatto, e il figlio, soggetto a misura cautelare.

Revoca del reddito di cittadinanza per comunicazioni false o reticenti

Come detto, fornire informazioni false o rimanere in silenzio quando si avrebbe l’obbligo di parlare, al fine di ottenere un sussidio statale, comporta, intanto, la revoca del beneficio. Non solo Il Decreto Legge 4 del 2019 chiarisce anche che questi comportamenti possono portare a veri e propri reati. Ad esempio, la truffa ai danni dello Stato sanzionata dal codice penale. Dunque, molta attenzione nel rispettare il dovere di collaborazione e completezza nelle informazioni che forniamo alla Amministrazione. In particolare, quando cerchiamo di ottenere sussidi o vantaggi amministrativi o economici. Dichiarazioni false o reticenti potrebbero portare alla revoca dei sussidi e al reato.

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