Rende poco meno del 4% l’ultimo BOT buono per fare un piccolo botto di soldi in appena 1 anno

BOT con rendimento quasi del 4%-Foto da pixabay.com

Fresco di emissione, da giorni i risparmiatori hanno un nuovo titolo del debito pubblico su cui stornare l’eventuale eccedenza cash al termine delle ferie. Circostanza tutta da confermare (l’eccedenza cash), visti i rialzi monstre che stanno caratterizzando queste vacanze 2023. Ad ogni modo, il nuovo bond rende poco meno del 4% l’ultimo BOT buono per fare un piccolo botto di soldi in appena 1 anno. Scopriamone i punti chiave.

Anticipiamo da subito che si muoviamo nel campo degli strumenti di liquidità, detti anche strumenti monetari.

Quali sono i più comuni strumenti di liquidità sul reddito fisso

Ci sono mille potenziali combinazioni per investire e far fruttare la propria liquidità disponibile. Ognuna di esse ha punti di forza e debolezza e quasi mai vale il principio “una vale l’altra”. Spese, rischio, rendimento, durata, qualità del sottostante e dell’emittente, liquidità, certezza del capitale, etc. pesano variamente tra una soluzione e l’altra.

Gli strumenti di liquidità, in particolare, si caratterizzano per il basso profilo rischio-rendimento. Per essi il rischio maggiore è dato dall’inflazione, cioè dalla perdita del potere d’acquisto del denaro. Ancora, poiché il pericolo associato a questi strumenti è molto contenuto ne discende che di norma il rendimento è nullo o basso.

In questa categoria di strumenti rientrano i prodotti convertibili in moneta in breve tempo e con un minimo rischio di perdita di valore. Vale a dire (oltre alla moneta contante) c/c, conti deposito, p/t, BOT con vita residua massima di 1 anno, fondi (attivi e passivi) monetari e di liquidità.

Rende poco meno del 4% l’ultimo BOT buono per fare un piccolo botto di soldi in appena 1 anno

Consideriamo adesso due prodotti monetari ‘concorrenti’ come il c/c e il BOT. Offrono gli stessi rendimenti? Ovviamente no e per ragioni molto valide. Il primo è infatti uno strumento di pagamento utile a gestire i flussi di denaro in entrata e in uscita del correntista. Il secondo è uno strumento d’investimento facilmente liquidabile e di durata massima a 12 mesi.

Esaminiamo il BOT con codice ISIN IT0005559817 con scadenza il 14 agosto 2024. In pratica il Tesoro ha emesso il bond giusto una manciata di giorni fa. Si tratta di uno zero coupon che non stacca cedole nei suoi 12 mesi di vita e il cui rendimento è dato dalla differenza di prezzi. Cioè quello di acquisto in emissione o sul secondario e quello di rimborso finale (100) o di rivendita, nel caso di liquidazione anticipata.

Il bond stamane prezza sui 96,28 centesimi, per cui portandolo a scadenza il rialzo di prezzo atteso è di circa il 3,863% lordo. Il rendimento effettivo annuo lordo sarebbe giusto di una spanna maggiore.

Quanto rende effettivamente questo titolo di Stato?

Partendo dal lordo bisogna togliere le spese legate all’intera operazione. Vale a dire la ritenuta fiscale del 12,50% sul guadagno lordo e le commissioni all’intermediario (ed eventuale dossier titoli). È molto importante, quindi, ponderare il peso delle spese sui potenziali guadagni. Infatti la scelta potrebbe rivelarsi in perdita per importi molto modesti (il taglio minimo è di 1.000 €).

Aldilà dei casi limite, tuttavia, il BOT nel suo piccolo da modo di valorizzare quella parte di liquidità che altrimenti resterebbe sul c/c. Entrambi strumenti di liquidità ma con una “relativamente enorme” differenza di rendimenti a parità di rischio.

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