Il luogo di lavoro diventa per molti di noi una seconda casa, il tempo impiegato in azienda o in ufficio rappresenta infatti un buona fetta della giornata. Dopo due anni di pandemia globale che ci aveva costretti a rimanere nelle nostre abitazioni aprendo le porte allo smart working, le aziende hanno ormai ripreso ad esigere il lavoro in presenza. Entrambe le modalità hanno pro e contro. Il lavoro agile ci dà la possibilità di lavorare da casa o da qualsiasi altro ambiente compatibile con le esigenze lavorative.
Si risparmia tempo, infatti si annullano i tempi di viaggio per recarsi in ufficio e questo comporta anche un beneficio per l’ambiente e per le finanze personali. D’altra parte, però, questa modalità di lavoro può creare degli inconvenienti. Bisogna ad esempio creare una postazione di lavoro nella propria casa e non sempre è possibile. La postazione dovrebbe inoltre essere tale da garantire gli stessi livelli di concentrazione che si hanno in azienda. Infine, per quanto la tecnologia accorci sensibilmente le distanze, trovarsi in posti diversi può incidere negativamente sulla buona riuscita di un lavoro svolto in team.
Il lavoro in presenza e gli obblighi del datore di lavoro
Indice dei contenuti
Quando il lavoro si svolge in presenza, il datore deve rispettare una serie di obblighi che gravano su di lui. Innanzitutto deve ad assicurare che le attività si svolgano in un ambiente salubre. Per garantire ciò deve adempiere a diversi oneri, come quello di valutare i rischi connessi all’attività che ivi si svolge. Deve inoltre individuare le misure di prevenzione e deve dotare i lavoratori di dispositivi di protezione individuale.
Regola da conoscere per chiedere il risarcimento danno alla salute
In caso di violazione di questi obblighi il datore di lavoro potrebbe incorrere in sanzioni penali. Per quanto riguarda invece la responsabilità civile, la Corte di Cassazione ha da poco chiarito un punto importante in materia.
Il lavoratore che subisce un danno alla salute a causa dell’ambiente non salubre in cui lavora ha tutto il diritto di procedere per vie legali. Prima di chiedere il risarcimento esiste una regola importante che il lavoratore deve conoscere. Infatti, ai sensi dell’art. 2687 c.c. sarà lui a dover provare l’esistenza del danno e la nocività dell’ambiente di lavoro. Ecco quindi una regola da conoscere per chiedere e ottenere questo tipo di risarcimento. I giudici hanno infatti affermato che il risarcimento può essere accordato solo se il lavoratore riesce a fornire tale prova. La responsabilità del datore di lavoro ex. art. 2087 c.c. non è infatti una responsabilità oggettiva e deve essere provata da chi invoca il risarcimento.
Lettura consigliata