I quesiti referendari saranno sottoposti agli elettori nel primo giorno dedicato alle amministrative 2022. Una conquista per la Lega che ha proposto l’idea e che comporterebbe un risparmio stimato sui 200 milioni. L’aula di Montecitorio ha approvato l’ordine del giorno inserito dal Carroccio a clamor di popolo, o meglio di deputati. 371 voti a favore contro solo 7 a sfavore.
I nodi
Indice dei contenuti
Concentrare le votazioni è anche un modo per contrastare la possibilità di astensionismo che sulle battaglie referendarie spesso è molto alto, al punto da mettere a rischio il raggiungimento del quorum. E le motivazioni spesso sono riconducibili a due punti: scarsa comprensione della materia e indifferenza rispetto al tema oggetto del quesito. Per scongiurare tale rischio è certamente un bene convogliare il tutto con le amministrative. Ma molto dipenderà da quanto nei pochi mesi che ci separano dalle amministrative, tutti noi organi di informazione sapremo rendere masticabile e comprensibile a tutti i contenuti referendari.
I colori della politica
Altra faccenda riguarda il “cappello” che ciascun partito verosimilmente porrà in testa ai quesiti. Il rischio è che spesso si decide per il «sì» o per il «no» in base all’opinione in merito del proprio partito di riferimento. Sempre se c’è, perché la disaffezione anche per i partiti, negli ultimi anni, è abbastanza dilagante. Nel caso, si rischia un voto per così dire indirettamente condizionato, espresso senza consapevolezza e libertà di scelta. E sarebbe un peccato, una sconfitta democratica rispetto allo strumento referendario che consente di interpellare il popolo sovrano.
Referendum e amministrative convergono, in primavera avremo l’election day
Proprio Matteo Salvini avrebbe ribadito l’importanza di non fare dei referendum delle battaglie partitiche. I referendum «sono di tutti, sono del popolo italiano cui offriamo lo strumento di decidere», ha dichiarato. E speriamo sia così perché spesso, sotto sotto, le posizioni possono sempre cambiare. Intanto i quesiti riguarderanno l’incandidabilità, le misure cautelari, la separazione delle funzioni dei magistrati e l’elezione dei togati.
Quando?
La data ancora non c’è e sarà decisa dal Viminale probabilmente a stretto giro. Intanto si è riusciti nell’obiettivo: referendum e amministrative convergono; quindi, in primavera avremo l’election day e l’auspicio, per una democrazia, è che si raggiunga il quorum.