Il reddito di cittadinanza sarà profondamente diverso con le modifiche che il Governo Meloni ha in mente di introdurre già con la Legge di Bilancio. Chi aveva paura di perdere il sussidio già adesso, con la cancellazione del beneficio per chi è al di sotto dei 60 anni di età può
stare tranquillo. Infatti, la misura non sarà cancellata subito, ma probabilmente dal 2024. Per il momento una fase di transizione, con alcune modifiche che finiranno con l’incidere comunque sul diritto al beneficio di molte famiglie.
Si parte da una netta contrapposizione tra famiglie che il legislatore finirà con il considerare come più meritevoli di altre di percepire il sussidio. Parliamo di famiglie effettivamente disagiate, perché al loro interno hanno invalidi, minori o anziani. Tutti i soggetti sotto i 60 anni con le modifiche del sussidio verranno considerati, tutti come attivabili al lavoro.
Reddito di cittadinanza ridotto a soli 8 mesi
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Anche se ormai sembrava praticamente certo che il Governo volesse chiudere le porte al sussidio già da gennaio a tutti gli under 60 che possono lavorare, nella bozza della Legge di Bilancio, che potrebbe già venire trasferita alle Camere in questi giorni, c’è una novità. Un nuovo provvedimento che di fatto salva, anche se non del tutto, proprio questi soggetti. Infatti nel reddito di cittadinanza sta per essere introdotta una modifica che accorcerà il sussidio (e di parecchio) rispetto al passato. E non parliamo di quella riduzione dei mesi complessivi di cui si è parlato fino ad oggi (da 18 +18 all’infinito a 36 mesi massimo). La struttura del sussidio resterà invariata almeno nel 2023 per poi essere profondamente modificata nel 2024 quando addirittura si parla di una sua probabile cancellazione e sostituzione con nuove misure di questo genere.
Da gennaio probabilmente, chi non ha 60 anni di età già compiuti, e che quindi è attivabile al lavoro, dovrà fare i conti con un sussidio che durerà massimo 8 mesi. In pratica, nel 2023 questi soggetti percepiranno solo 8 mesi di sussidio e per di più, dovranno partecipare ad almeno 6 mesi di corsi di formazione utili al loro ricollocamento nel mondo del lavoro. Il reddito di cittadinanza ridotto a soli 8 mesi per chi ha meno di 60 anni di età non sarà l’unica novità. Cambia anche il meccanismo della decadenza, ovvero la perdita del sussidio per chi fannullone lo è davvero perché rifiuta le offerte di lavoro.
Come funziona le decadenza del sussidio
Se per anni il sistema RDC prevedeva la perdita del sussidio per chi rifiutava tre offerte di lavoro, adesso il meccanismo si accorcia. A dire il vero già col Governo Draghi la decadenza scattava già al secondo rifiuto di una congrua offerta di lavoro. Adesso niente più sussidio al primo no ad una proposta serve leggere la nuova manovra definitiva per capire bene il meccanismo, anche perché sulla definizione di offerta congrua bisogna prestare attenzione.
Bisogna vedere da dove deve provenire, territorialmente l’offerta per essere considerata congrua. E come deve essere rispetto all’importo del sussidio, lo stipendio offerto con il lavoro al beneficiario del reddito di cittadinanza. Proprio su questo il Governo è chiamato ad intervenire. Per considerare congrua l’offerta deve provenire da 80 Km di distanza da casa e verso un posto facilmente raggiungibile anche con mezzi di trasporto pubblico.