Il sussidio governativo sta raggiungendo sempre meno famiglie italiane. I dati forniti dall’Inps secondo il più recente aggiornamento risalente al 10 febbraio scorso sono evidenti. Per quel che attiene il reddito di cittadinanza, moltissime famiglie lo hanno perso, almeno 19.919. In numero dei nuclei familiari che non risultano più beneficiari del sostegno economico hanno toccato le cifre più elevate lo scorso gennaio. Le previsioni per febbraio non sono ottimistiche, anzi si sta già computando un ulteriore incremento delle sospensioni. Comparando il numero delle nuove richieste accolte dal governo e quello delle decadenze si è potuto constatare che moltissime famiglie lo hanno perso. Se al 31 dicembre i percettori del reddito di cittadinanza ammontavano a 993,337, al 31 gennaio 2020 sono scesi a 989.783. Il calo registrato parla di 19.919 beneficiari in meno.
Perché molte famiglie lo hanno perso?
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A gennaio scorso è sceso a 69.000 il numero delle prestazioni totali, ossia dei contributi governativi erogati alle famiglie con redditi bassi. Sono cifre talmente rilevanti da imporre una riflessione sul reddito di cittadinanza e sul perché molte famiglie lo hanno perso. A questi scenari inattesi la replica dell’Inps tira in ballo la questione delle sospensioni che di per sé giustificherebbe la diminuzione dei percettori. Scorrendo la lista dei contributi governativi in procinto di essere erogati a gennaio salta all’occhio la quantità industriale di pratiche sospese. Le sospensioni del reddito di cittadinanza ineriscono quelle prestazioni che a seguito di uno o più pagamenti con l’avvento del nuovo anno non risultano più attive. Sono state sospese le pratiche di chi non ha ancora provveduto a presentare l’Isee aggiornato. Moltissime famiglie hanno perso il reddito di cittadinanza alla luce di mutamenti subentrati nelle condizioni di reddito o perché escluse a seguito di controlli. Tra le motivazioni del calo delle prestazioni, l’Inps include inoltre una variazione all’interno del nucleo familiare o la retribuzione derivante da un eventuale impiego.
Le previsioni per febbraio
Le tavole pubblicate dall’Inps sul numero di sospensioni a gennaio scorso non illuminano di certo orizzonti confortanti. Per febbraio 2020 è attesa addirittura un’impennata perché l’erogazione del reddito di cittadinanza è vincolata alla presentazione dell’Isee. Qualora la dichiarazione dell’Isee non dovesse giungere nei tempi richiesti la pratica contenente la richiesta del contributo decadrebbe. In caso contrario, a seguito di opportuna indicazione della fascia di reddito, il cittadino viene riammesso al beneficio governativo. Gli amministratori Inps hanno assicurato che “la sospensione non influisce sulla decorrenza maturata del beneficio”. Nella giornata di ieri 17 febbraio, l’Inps ha reso noto che nelle casse sono ancora presenti 1,8 miliardi di euro. Ciò perché solo 4 dei 5,6 miliardi stanziati dalla Legge di Bilancio hanno raggiunto le famiglie italiane con reddito basso.