Le correnti di pensiero sul reddito di cittadinanza sono fondamentalmente due. Ci sono quelli che lo criticano apertamente e che vorrebbero abolirlo del tutto. E poi ci sono quelli che lo reputano una misura fondamentale per risolvere uno dei problemi più gravi in Italia, quello cioè della povertà assoluta. Una cosa che riguarda un numero sempre più cospicuo di famiglie. Effettivamente la grave crisi economica di questi mesi ha accentuato i problemi reddituali di molte famiglie che prima erano autosufficienti. Sono aumentati i soggetti che adesso sono costretti a chiedere aiuto allo Stato. I dubbi sul reddito di cittadinanza sono sempre maggiori visto che il 25 settembre le nuove elezioni imporranno un cambio di Governo. Resterà o meno la misura nel sistema assistenziale italiano?
Reddito di cittadinanza, lavoro da accettare con stipendio 858 euro
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Da quando è stato istituito il reddito di cittadinanza, i requisiti di accesso sono rimasti pressoché inalterati. Ciò che nel tempo è cambiata è la rigidità dei controlli e alcune ristrettezze anti furbetti. La misura è nata per affiancare il semplice sussidio a integrazione del reddito di una famiglia, con misure di politiche attive sul lavoro. In pratica un beneficiario del reddito di cittadinanza avrebbe dovuto poter trovare più facilmente lavoro proprio grazie agli strumenti previsti dalla misura. Il connubio tra reddito di cittadinanza e lavoro è fondamentale. Ed è proprio in questo aspetto che i dubbi sul funzionamento della misura sono stati maggiori. A tal punto che sono stati introdotti vincoli adatti a spronare i beneficiari del sussidio ad accettare le proposte di lavoro.
Ecco l’offerta di lavoro per chi prende il reddito di cittadinanza che non si può rifiutare
L’obbligo di accettare un’offerta di lavoro è un requisito che fin dall’inizio è stato fondamentale per poter continuare a percepire il reddito di cittadinanza. Inizialmente però i rischi reali di perdere il beneficio scattavano solo dopo aver rifiutato tre offerte di lavoro. Dal momento che Monti consideravano la misura come uno strumento che dissuadeva le persone a cercare lavoro, approfittando del sussidio, si sono inasprite queste regole. Oggi se la retribuzione offerta da una proposta di lavoro supera del 10% l’importo soglia del sussidio, arrivando ad 858 euro al mese, rifiutarla significa subire un taglio del sussidio.
Si pensa al cumulo del sussidio con il lavoro
Le linee di intervento volte a rendere meno “irrinunciabile” il sussidio hanno riguardato pure le regole di calcolo. Infatti il reddito familiare utile al calcolo dell’importo del sussidio adesso tiene conto pure delle quattordicesime e delle maggiorazioni sociali. Importi questi inizialmente non considerati come utili perché assistenziali. Adesso sembra trapelare l’ipotesi di aprire alla possibilità di integrare un reddito di lavoro col reddito di cittadinanza. In pratica se un beneficiario del sussidio accetta un lavoro, potrebbe continuare a prendere il 50% del sussidio spettante.
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