Nulla è ancora certo su come finirà la questione del reddito di cittadinanza. Infatti oggi sembra assai probabile che al posto del sussidio tanto caro al Movimento 5 Stelle verrà varata una nuova misura che si chiamerà Garanzia per l’inclusione lavorativa, da cui l’acronimo GIL. Una misura che come dice il suo stesso nome oltre ad essere un semplice sussidio sarà anche una misura di inclusione attiva al lavoro. Significa che sarà una misura sulla quale verranno potenziate le politiche attive sul lavoro.
I dubbi e le perplessità che accompagnano questo passaggio epocale dal reddito di cittadinanza alla nuova misura però riguardano alcuni aspetti fondamentali di ogni sussidio. Parliamo per esempio della durata del beneficio per chi lo prenderà e delle regole che accompagneranno il nuovo strumento di contrasto alla povertà.
Reddito di cittadinanza, ecco chi lo prenderà
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Il reddito di cittadinanza quindi nel 2024 cesserà di esistere come ormai è sicuro e confermato da tempo. E verrebbe sostituito da una nuova misura che si chiamerà Garanzia per l’inclusione lavorativa. Usare il condizionale è obbligatorio dal momento che fino a poco tempo fa era un’altra la misura che sembrava in procinto di prendere il posto del reddito di cittadinanza. Parliamo di quella che si sarebbe chiamata Misura di inclusione attiva (MIA).
Cambiano i nomi ma non cambiano gli indirizzi che queste misure dovrebbero prendere. E che come dicevamo guardano sia al lato reddituale di un beneficiario che al lato lavorativo. Al momento sembra che l’ipotesi più attendibile per la nuova misura sia quella di renderla più breve di durata rispetto al reddito di cittadinanza. Infatti i 18 mesi di fruizione che sono stati garantiti per i beneficiari del reddito di cittadinanza in questi anni, resteranno anche per il GIL, ma solo per il primo periodo di fruizione. La misura non si rinnoverà di 18 mesi per volta come il reddito di cittadinanza. Dopo i primi 18 si rinnoverà di 12 mesi alla volta con la pausa di un mese che ormai tutti i beneficiari del reddito di cittadinanza conoscono bene.
Ecco i beneficiari del sussidio che non rischiano decadenza e sospensione
La misura quindi potrebbe essere confermata dopo i primi 18 mesi, di 12 mesi alla volta praticamente all’infinito. Proprio come oggi funziona il reddito di cittadinanza. Il punto di discussione però è quello che tende a distinguere il perimetro dei beneficiari in due aree. Da un lato le famiglie che al loro interno hanno invalidi, minorenni o persone over 60. Dall’altro lato quei nuclei familiari formati da componenti tutti attivabili al lavoro. Dal momento che verranno potenziate le politiche attive sul lavoro, il Governo conta di trovare occupazione a qualsiasi beneficiario attivabile al lavoro ci sia in un nucleo familiare come quello prima citato. Al contrario nei nuclei familiari che hanno anziani, minorenni o invalidi al loro interno il sussidio potrebbe essere percepito praticamente per sempre.
O quantomeno fino alla scomparsa dal nucleo familiare di quei soggetti che rendono lo stesso nucleo familiare immune da tagli e limitazioni o da offerte di lavoro e proposte formative. Infatti resterà l’obbligo per i soggetti occupabili, di rispondere alla convocazioni dei Centri per l’Impiego, a frequentare corsi e ad accettare offerte di lavoro. Per il nuovo reddito di cittadinanza, ecco chi lo prenderà solo per pochi mesi quindi, perché gli occupabili saranno indirizzati verso il ritorno al lavoro.