Reddito di cittadinanza a gennaio ecco i nuovi penalizzati ed a chi verrà tagliato il sussidio

RICHIESTE REDDITO DI CITTADINANZA

Un drastico cambiamento di rotta è quello che i beneficiari del reddito di cittadinanza devono aspettarsi nel 2023 per via delle novità che il Governo introdurrà in manovra finanziaria. Ed oltre che per i beneficiari del sussidio, il taglio interesserà anche quanti proveranno a richiederlo la prima volta nel 2023. Una platea che molti si aspettano vasta vista la gravissima crisi economica odierna, con attività che chiudono e con posti di lavoro che vengono perduti. Inevitabile pensare che verrà meno una valida mano per quelli più in difficoltà e un valido strumento di contrasto alla povertà. Ma il Governo Meloni tira dritto per la sua strada, e già nelle bozze della manovra esce fuori la linea dura nei confronti del reddito di cittadinanza.

Addio reddito di cittadinanza a gennaio a chi ha meno di 60 anni e può lavorare

La misura non si cancellerà del tutto ed anche questa è una notizia. Infatti da mesi c’era chi sosteneva che il Governo avesse intenzione di cancellare del tutto la misura, magari sostituendola con uno strumento diverso. Invece perfino uno dei più critici verso la misura, cioè Claudio Durigon ha confermato che il sussidio dovrebbe restare in vigore, ma profondamente corretto. Il primo perimetro di intervento dovrebbe essere collegato all’età anagrafica dei beneficiari.

Se non ci sono problematiche che impediscono la ricollocazione lavorativa dei diretti interessati, chi ha meno di 60 anni di età, e si intende 60 anni non ancora compiuti, non prenderà più il sussidio. Cambieranno quindi i requisiti di accesso alla misura. Se il richiedente non è invalido, oppure non ha figli minori a carico, o non ha situazioni di disabilità in famiglia, e se non ha 60 anni compiuti, non potrà presentare domanda. Oppure se la presenterà la vedrà respinta.

Basta con la misura a vita

La limitazione del reddito di cittadinanza agli over 60 è una misura che verrà introdotta per evitare che il sussidio venga percepito da soggetti che lo vedono come una alternativa più “comoda” al lavoro. Una delle accuse più frequenti nei confronti della misura infatti è proprio il disincentivo al lavoro. Ma insieme al taglio dei potenziali beneficiari, ecco che arriva la novità dell’ultima ora, con Claudio Durigon, sottosegretario al Ministero del Lavoro, che sottolinea come sarà tagliata anche la durata del sussidio. Basta reddito di cittadinanza a vita e stop ai rinnovi di 18 mesi praticamente infiniti. Adesso la misura si imposterà con un meccanismo di decalage.

Dopo i primi 18 mesi, si potranno sfruttare, dopo 6 mesi di pausa, 12 ulteriori mesi di sussidio. E poi, dopo altri 6 mesi di pausa, altri 6 mesi di reddito di cittadinanza. Un totale di 36 mesi massimo indennizzabili. E nelle pause semestrali, il Governo ha intenzione di avviare il percorso di potenziamento delle politiche attive sul lavoro. I 6 mesi di pausa devono essere dedicati ai corsi di formazione e riqualificazione professionale. Sul reddito di cittadinanza a gennaio si cambia, con modifiche profonde e forse impopolari, ma che il Governo ritiene necessarie.

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