E ormai è entrata nel vivo la stagione delle dichiarazioni dei redditi. Molti contribuenti italiani hanno già provveduto a presentare il modello 730/2022 o il modello Redditi PF/2022. Molti però potrebbero aver commesso un grave errore che rischia di portarli ad essere sanzionati in sede di controllo e accertamento da parte dell’Agenzia delle Entrate. La disinformazione o la superficialità nell’utilizzare le spese per abbattere la base imponibile o per abbassare l’IRPEF, sono cose pericolose. Oggi affrontiamo il caso delle detrazioni fruibili per le spese di trasporto pubblico. Si tratta di un onere detraibile dalle tasse che però deve essere approfondito perché c’è chi non ha capito bene come funziona l’agevolazione.
Recupererà 47,50 euro chi nel 730 scarica queste spese, ecco come
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Detrarre le spese per il trasporto pubblico è possibile ed è previsto dal Testo unico sulle imposte sui redditi (TUIR). Ma per poter detrarre nel miglior modo possibile queste spese, bisogna capire bene cosa fare e soprattutto come devono essere state sopportate queste uscite di denaro da parte delle famiglie dei contribuenti. È l’abbonamento che può essere scaricato dal reddito, non il singolo biglietto. Inoltre si può scaricare massimo la somma di 250 euro per ogni anno. E questo a prescindere che gli abbonamenti riguardino due o più figli, o due o più lavoratori nella stessa famiglia. La detrazione massima fruibile è sempre pari a 250 euro. Anche nel caso in cui per le spese di un figlio, l’abbonamento venga acquistato più volte da entrambi i genitori. In altri termini si può recuperare massimo il 19% di questa soglia massima e quindi 47,50 euro.
Occhio alle particolarità di questa detrazione
Deve essere un abbonamento, questo è fondamentale. Infatti deve permettere di viaggiare per diversi giorni in un determinato lasso di tempo. In pratica il periodo di tempo deve essere continuo e non si possono scaricare ticket giornalieri o i classici biglietti da 72 ore. Il contribuente che pensa di poter godere della detrazione semplicemente conservando il talloncino del biglietto commette un grossolano errore. Infatti la spesa per l’acquisto degli abbonamenti deve essere sostenuta con strumenti di pagamento tracciabili. Oltre al ticket il contribuente deve conservare anche la ricevuta del POS piuttosto che quella del bonifico o nell’operazione tramite carta.
Il rischio di portare in detrazione 250 euro di ticket viaggio non detraibili non deve essere sottovalutato. Si rischia di pagare un’imposta inferiore a quella effettivamente dovuta o di andare a rimborso ma da restituire. Anche se la cifra è relativamente bassa, perché recupererà 47,50 euro chi nel 730 scarica tali spese, le sanzioni e gli interessi in caso di accertamento possono essere superiori. Il contribuente che scarica delle spese, finisce con l’incidere sulla base imponibile e quindi sull’imposta dovuta. Ed è noto a tutti che in questi casi la differenza di imposta deve essere pagata con tanto di sanzioni amministrative e interessi legali.
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