Il nuovo Governo si è ripromesso di potenziare la lotta contro i furbetti del reddito di cittadinanza. Infatti, moltissimi sono coloro che lo hanno percepito e continuano a percepirlo indebitamente. Il tutto causando un grave danno all’Erario, quantificato in circa 288 milioni di euro. L’obiettivo dei controlli è quello di eliminare il sussidio per coloro che non ne hanno diritto e verrà conseguito in 3 modi:
- attraverso una correzione della legge, con la quale si restringerà la categoria degli aventi diritto;
- facendo un monitoraggio di coloro che rifiutano le offerte di lavoro, per farli decadere prima possibile dal beneficio;
- incrementando i controlli contro chi lavora in nero e contestualmente percepisce l’assegno.
Di norma, chi inizia attività lavorativa dovrebbe comunicarlo il giorno prima dell’inizio. Chi non vi ottempera, oltre a perdere il beneficio, deve restituire gli importi precedentemente percepiti. Stesso discorso vale per chi ometta di comunicare i redditi.
Le possibili riforme del Governo sul sussidio
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Se il Governo deciderà di eliminare la misura, essa verrà garantita almeno fino alla scadenza naturale delle 18 mensilità. Se, invece, dovesse decidere di mantenerla ma correggerla, inizieranno a scattare le sanzioni verso i furbetti, con relativi obblighi restituitivi. La legge che prevede quest’obbligo esiste già ed è, nella fattispecie, l’art. 7 del Decreto n. 4/19. Vediamo, quindi, qui di seguito quali reati per indebite percezioni del reddito di cittadinanza si configurano e quando esso vada restituito:
- utilizzo di dichiarazioni o documenti falsi, attestanti cose non vere, od omesse informazioni su fatti rilevanti ai fini dell’ammissione alla misura. In tale ipotesi, configurandosi un reato di falso, oltre all’obbligo di restituzione scatterebbe anche la reclusione da 2 a 6 anni;
- omessa comunicazione sulle variazioni del reddito o del patrimonio, nonché altre informazioni rilevanti ai fini della revoca o riduzione del beneficio. Anche in tal caso, oltre alla restituzione delle somme indebitamente conseguite, è prevista la reclusione da 1 a 3 anni.
Reati per indebite percezioni del reddito di cittadinanza tra sanzioni e restituzione
Vediamo, a questo punto, alcuni esempi per capire bene chi rischia le sanzioni e la possibilità di incorrere nei relativi reati. Come indicato, vi sono i lavoratori in nero. Poi anche chi, ad esempio, ha omesso di indicare nella DSU tutti i componenti del nucleo familiare. Ancora, è a rischio chi ha dichiarato una residenza fittizia per beneficiare indebitamente del RdC. Nella lista rientra anche chi abbia acquistato un’auto non rientrante tra quelle consentite, pur dichiarando il contrario. In questi casi, e anche in altri rientranti nelle medesime categorie, l’errore, sia esso doloso o colposo, implica le indicate conseguenze. Inoltre, scoprire i furbetti non è neppure tanto difficile. Ciò in quanto l’INPS, in fase di accertamento, attraverso un incrocio dei dati, può rilevare le incongruenze.
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