I mercati obbligazionari sono attualmente in fermento dopo le affermazioni di von der Leyen circa il piano per riarmare l’Europa e il conseguente aumento della spesa degli Stati membri. La Commissione UE intende emettere Bond fino a 150 miliardi per sostenere le spese per la Difesa.
I rendimenti dei titoli decennali tedeschi hanno visto un balzo di 29 punti base, attestandosi al 2,76%. È il rialzo (su base giornaliera) più alto mai visto dalla caduta del Muro di Berlino. Contestualmente, i Btp italiani hanno visto un rialzo del rendimento di 27 punti, attestandosi al 3,89%, i titoli a 10 anni della Francia ad oggi si attestano a +25 punti, pagando il 3,48% di interessi, mentre quelli spagnoli il 3,39% e i titoli decennali della Grecia il 3,58%, con incrementi entrambi di 26 punti.
Ma gli Stati Europei non sono attualmente in buona salute economica e finanziaria, e i rischi di andare incontro a un default non sono poi così inverosimili. Quantomeno, si potrebbero avverare scenari molto rischiosi per i singoli Stati, incapaci di sopperire a spese come sanità, istruzione, industria e infrastrutture per adempiere alla restituzione degli interessi, anche sui prestiti UE.
Von der Leyen ha recentemente affermato che l’intenzione è quella di “scatenare l’uso dei finanziamenti pubblici nella difesa” in un “quadro di governance progettato in modo flessibile per conciliare l’esigenza di stabilità finanziaria con la possibilità di agire con decisione in caso di crisi“. I Mercati, ovviamente, hanno risposto con ampio fermento. Le azioni di Leonardo, Thales e Rheinmetall hanno visto segni positivi in media del 6%.
Conviene davvero investire in “Bond per la Difesa”? Il possibile scenario futuro e un ETF come alternativa
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In questo particolare momento, dunque, i rendimenti obbligazionari stanno diventando un argomento molto intrigante. L’investitore potrebbe chiedersi però se sia meglio “fare incetta” di singole obbligazioni oppure inserire nel portafoglio gli ETF obbligazionari.
Come sappiamo, acquistare obbligazioni significa di fatto fare un prestito al soggetto emittente, che in questo caso è lo Stato (italiano o di altro Paese Ue). L’emittente dà una certa percentuale di interessi in base al rischio della restituibilità. Fino ad oggi, i titoli di Stato sono stati considerati “sicuri”, ma in realtà hanno un rating poco sopra agli investimenti ad alto rischio. Oggi, con gli Stati che dovranno indebitarsi ulteriormente per acquistare e fabbricare armi, munizioni, droni e strumenti di guerra (nonostante le concessioni della Commissione regaleranno che una finestra più ampia per il deficit), di fatto le obbligazioni possono diventare investimenti più rischiosi.
In alternativa, o per ampliare il portafoglio in modo da ammortizzare meglio eventuali scenari critici, l’investitore può scegliere gli ETF Obbligazionari, che presentano svariati vantaggi:
- Liquidità – gli ETF possono essere comprati e venduti durante l’orario di mercato, senza dover attendere le scadenze a lungo termine come quelle dei titoli di Stato. In caso di un rally degli interessi come quello accaduto nei giorni scorsi, si può aumentare la rendita in breve tempo.
- Gli ETF hanno costi di commissione molto bassi, soprattutto se non si detengono molto a lungo poiché i rendimenti possono essere erosi dalle fluttuazioni dei tassi d’interesse.
- Infine, alcuni ETF sono esposti a diverse categorie di obbligazioni, comprese quelle corporate, municipali e sovrane, dando quindi più opportunità e varietà di investimento.
Segnaliamo ad esempio l’ETF iShares Italy Govt Bond UCITS, un fondo lanciato nel 2012 il cui gestore patrimoniale è BlackRock Ireland Limited ed è esposto a una grande varietà di titoli italiani; cerca di replicare l’indice Bloomberg Italy Treasury Bond che replica i titoli di Stato italiani denominati in euro. Si tratta dell’ETF più economico e più grande che segue questo indice. L’ETF replica la performance dell’indice tramite tecnica di campionamento, cioè acquistando una selezione dei componenti dell’indice più rilevanti. Stacca cedole semestrali. Il rendimento attuale dei dividendi è del 2,70%
a 4,03 euro – nel 2021 1,25 euro, nel 2022 1,46 euro, nel 2023 3,12 euro, nel 2024 4,03 euro). Si espone a Obbligazioni, EUR, Italia, Governo, tutte le scadenze per l’80,84%, con una dimensione del fondo di 1.004 milioni di euro.