Era marzo del 2022 che il petrolio non registrava un ribasso settimanale così importante. Le quotazioni, infatti, hanno perso oltre il 10% sui timori di un rallentamento dell’economia. Anche lo spauracchio del price cap che avrebbe potuto accendere i prezzi, ha avuto vita breve. A questo punto lo scenario che vede quota 50 dollari per i prezzi diventa molto probabile.
Sul significalo di price cap abbiamo già ampiamente parlato. Nel caso specifico questo limite (price cap) impedisce ai Paesi di pagare più di 60 dollari al barile per le esportazioni via mare di greggio russo. L’entrata in vigore è per il 5 dicembre o poco dopo.
La reazione immediata di Putin a questa decisione è stata quella di annunciare che il più grande esportatore di energia al Mondo potrebbe tagliare la produzione in risposta a un tetto di prezzo sulle sue esportazioni di greggio. Questa dichiarazione ha sostenuto per un po’ il prezzo del petrolio, ma ha avuto vita breve.
Perché il price gap non ha fatto esplodere le quotazioni?
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Come ha avuto modo di dichiarare un operatore le preoccupazioni per l’offerta sono secondarie rispetto alle preoccupazioni per l’economia. Al momento, infatti, gli operatori di mercato sono molto più preoccupati dai segnali di debolezza che arrivano dalla Cina, dall’Europa e dagli Stati Uniti d’America.
L’aumento dei prezzi alla produzione, infatti, ha alimentato i timori di un nuovo rialzo dei tassi d’interesse da parte della Federal Reserve con conseguente aumento della probabilità di una recessione che potrebbe avere un impatto molto negativo sul prezzo del petrolio.
Quota 50 dollari, questa potrebbe essere la prossima meta: le indicazioni dell’analisi grafica
Il petrolio ha chiuso la seduta del 9 dicembre a quota 71,02 dollari, in ribasso dello 0,62% rispetto alla seduta precedente. La settimana si è chiusa con un ribasso dell’11,20% rispetto alla chiusura settimanale precedente.
Prima di entrare nel dettaglio anticipiamo che rimane valido lo scenario che vede il petrolio scendere fino in quota 50 dollari.
Dopo il tentativo di ripresa registrato al termine della scorsa settimana, le medie hanno nuovamente incrociato al ribasso allineandosi alle previsioni dell’oscillatore SwingTrading Indicator. Probabile, quindi, che nel corso delle prossime sedute si possa assistere a una continuazione del ribasso in corso.
Come dicevamo, era dal marzo 2022 che non si vedeva un ribasso settimanale così importante. L’incrocio ribassista, quindi, è stato praticamente naturale e adesso diventa molto probabile un’accelerazione ribassista. Quota 50 dollari, questa potrebbe essere la prossima meta.
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