Ormai è chiaro praticamente a tutti che, conducendo uno stile di vita poco sano, si rischiano diversi problemi di salute. Tra i più comuni vi sono sicuramente quelli legati al cuore che, pur essendo il muscolo più importante del nostro corpo, spesso viene trascurato.
Negli ultimi anni si sta facendo molto per sensibilizzare la popolazione sui temi riguardanti la prevenzione, la diagnosi e la gestione delle malattie cardiovascolari. Tra le associazioni più attive, in questo senso, vi è l’European Society of Cardiology (ESC), un’associazione indipendente non governativa e senza scopo di lucro.
Gli studi emersi durante il congresso dell’ESC 2022
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Durante l’ultimo congresso organizzato dall’ESC, sono emersi numerosi studi che stanno aumentando la nostra conoscenza su queste problematiche. Per esempio, alcuni ricercatori, attraverso studi osservazionali, hanno stabilito che esisterebbe una correlazione tra l’inquinamento atmosferico e l’incidenza di patologie cardiovascolari.
Altri scienziati, invece, hanno cercato di spostare l’attenzione sulla prevenzione dei danni cardiovascolari negli over 65 e sull’importanza dei vaccini antinfluenzali. Nelle prossime righe, sveleremo i dettagli di questi studi e quali potrebbero essere le implicazioni sulle nostre vite.
Ecco quanto potrebbe aumentare il rischio di infarto in caso di influenza
Come riporta Fondazione Veronesi, in Italia, ogni anno, si registrano circa 6-8 mila decessi a causa dell’influenza. Diversi studi avrebbero ormai dimostrato da tempo che l’influenza virale aumenta, soprattutto negli anziani, il rischio di problemi cardiovascolari.
Ad esempio, il rischio di infarto aumenterebbe di ben 6 volte nella settimana successiva all’infezione. Inoltre, pare che quasi il 20% dei ricoveri per insufficienza cardiaca sia dovuto all’influenza e il 12% dei ricoverati per influenza ha avuto un evento cardiovascolare acuto.
In questo senso, dunque, per prevenire lo sviluppo dell’infezione e scongiurare eventuali problematiche cardiovascolari, potrebbe essere necessario effettuare il vaccino antinfluenzale. In particolare, quello ad alto dosaggio che, specie nella fascia di popolazione più anziana, risulterebbe più efficace di quello tradizionale.
Questo vaccino diminuirebbe il rischio di infarto e di altre malattie al cuore
Per i motivi appena spiegati, la vaccinazione influenzale è quindi fortemente raccomandata per gli over 65. Tuttavia, non tutti i vaccini sono uguali. Infatti, ne esiste uno a dosaggio standard ed uno ad alto dosaggio. Quest’ultimo, secondo alcuni ricercatori del Centre for Translational Cardiology and Pragmatic Randomised Trials della Università di Copenhagen, sarebbe molto più efficace del primo.
Dall’analisi effettuata su 12 mila persone (metà con vaccino standard, metà con quello ad alto dosaggio) è emerso un dato molto interessante. Infatti, si è visto come negli anziani vaccinati ad alto dosaggio ci sia stata una riduzione del 49% del rischio di morte e del 64% del rischio di ricovero rispetto agli altri vaccinati.
Il suddetto studio dimostrerebbe, quindi, che questo vaccino diminuirebbe il rischio di contrarre patologie legate al cuore. Tuttavia, nonostante i risultati di questi studi lascino ben sperare, sono necessarie ulteriori indagini su un numero più alto di pazienti.
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