Solo una manciata di mesi fa migliaia di risparmiatori hanno aderito alla seconda emissione del BTP Valore. La prima s’era tenuta a giugno e in entrambe le occasioni il Tesoro aveva riscontrato un’ampia adesione al bond tra i risparmiatori. Tuttavia, anche questo titolo di Stato scade nel 2028 e rende il 4,37% ma non si tratta del BTP Valore.
Di chi, allora, visto che i rendimenti stanno calando ormai da un paio di mesi? Si tratta di un bond emesso dallo Stato rumeno, che ricordiamo fa parte dell’UE anche se nel Paese la valuta nazionale non è l’euro ma il leu romeno. Tuttavia, nessun problema valutario: il titolo che consideriamo è emesso in euro, per cui il rischio cambio è azzerato.
Emesso dallo Stato rumeno e con scadenza 2028
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Quest’obbligazione sovrana ha ISIN XS1420357318, data inizio negoziazione il 28/02/2019 e scadenza al 26 maggio 2028. La durata residua del prodotto è pari quindi a 4,43 anni circa. L’ammontare emesso è di 2 miliardi di euro e come detto non espone il risparmiatore al rischio cambio.
Ha una cedola annua lorda del 2,875%, 2,515% netto dato che la ritenuta fiscale è al 12,50%. Un’altra particolarità (rispetto alla maggioranza dei BTP) è data dalla periodicità dello stacco cedola: è annuale e fissata per il 26 maggio di ogni anno, fino a scadenza.
Invece il ‘nostro’ BTP Valore (scadenza il 10/10/2028) ha introdotto per la prima volta in assoluto una periodicità trimestrale del pagamento degli interessi.
Questo titolo di Stato scade nel 2028 e rende il 4,37% ma non si tratta del BTP Valore
Veniamo ora ai rendimenti: quanto rende il bond rumeno? Il titolo prezza a 93,90 centesimi alla stesura dell’articolo, per cui il rendimento effettivo a scadenza lordo è del 4,47% (fonte Borsa Italiana). Ancora, il bond ha segnato un prezzo minimo annuo a 86,82 e il minimo a 93,97.
Giusto per avere un raffronto tra bond sovrani (quasi) pari scadenza, il rendimento a scadenza del BTP Valore 2028 è del 3,42%. A cosa è dovuto questo maggiore premio di circa un punto del titolo rumeno? È il premio per il rischio richiesto dal mercato.
L’economia della Romania è nel complesso poco competitiva e presenta di norma in passivo sia la bilancia commerciale che il saldo delle partite correnti. In sostanza importa più di quanto esporta, dinamica che impatta sulle riserve valutarie. Infine vi sono ragioni geopolitiche da non sottovalutare. Il Paese confina infatti con l’Ucraina, con tutte le ovvie considerazioni del caso.