Alcuni libri riescono a conquistarci. Sono piacevoli, sorprendenti. Anche enigmatici, talvolta. Ci accompagnano nella ricerca di una verità difficile da comprendere interamente. Talvolta sembra piuttosto che ci facciano capire quanto affascinante sia il labirinto in cui siamo smarriti. E magari riescono a darci qualche chiave interpretativa per poterne fuggire.
“Le città invisibili” di Italo Calvino riescono a produrre questo effetto. Forse rientra in quella definizione di “classico”. Cioè di libro che non ha mai finito di dire ciò che ha da dire. Forse ci potremmo chiedere dove risieda l’enigma. Ore ne parliamo, visto che molti studiosi del Mondo sono ancora intenti nel decifrare la struttura di questo libro. Armiamoci dunque di curiosità per leggere questo romanzo italiano acclamato come capolavoro del Novecento.
Una strana successione numerica
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Marco Polo è alla corte di Kublai Khan, l’imperatore dei Tartari. Questi gli chiede di descrivere l’immensità del proprio impero, di cui lui stesso non è a conoscenza. Così il mercante e viaggiatore veneziano descrive in maniera metaforica le meraviglie di ogni città. I capitoli sono, così, dedicati a ciascuna descrizione. Ma non si tratta di una semplice esposizione materiale. Sono le storie e le visioni che si intrecciano a creare un mondo meraviglioso. D’altronde “Di una città non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che da a una tua domanda”.
Ed ecco alcuni misteri della struttura di questo libro sensazionale, che lo ha reso un esempio invidiato di strutturalismo e semiotica. Il libro è costituito da nove capitoli, tra i quali si susseguono le descrizioni di 55 città. Il numero 55 viene indicato come la somma delle prime dieci cifre. Ogni città ha un nome femminile di origine greca o latina. Sono nomi che hanno un significato da interpretare. Ad esempio, è presente la città di Eusapia, che significa colei che “è saggia”.
Questo romanzo italiano acclamato come capolavoro del Novecento ha una struttura misteriosa ed è da leggere assolutamente nella vita
Ogni città viene declinata in sentimenti diversi dell’umanità. La loro descrizione avviene in una struttura che le rende predisposte a creare percorsi testuali. Una rappresentazione grafica di questa successione sembra ad esempio suggerire la raffigurazione di una rima incatenata. Ma, secondo lo stesso autore, sono molti e ramificati i sentieri che si possono percorrere. Proprio come quelli che ha vissuto Marco Polo nella sua avventura.
Così al lettore rimane la sensazione di trovarsi in un caos ordinato. Di cui percepisce la presenza, ma non riesce a decifrare i limiti. Questo testo viene studiato da architetti e sociologi e viene presentato nei corsi di studio delle più prestigiose università al Mondo, come Harvard. Leggerlo significa compiere un salto nella comprensione della bellezza variegata dell’umanità e nei significati delle cose.
Per quanti invece fossero alla ricerca di racconti brevi, ecco 3 che potranno convincere anche quanti non sono grandi amanti della lettura.