Il nome scientifico è Vigna unguiculata sesquipedalis. Un nome difficilissimo per una verdura così semplice.
Per non parlare della serie di altri nomi con cui è stato battezzato. Fagiolo serpente, fagiolo asparago, fagiolino chilometro, fagiolo al metro, fagiolo di Sant’Anna, fagiolo lungo, frusta, scuria, stringa etc. E questo per via della sua forma particolare. Il fagiolo asparago, infatti, è una varietà selvatica della fava, lunga e sottilissima. Non appartiene alla famiglia dei fagioli borlotti o comunque dei fagioli più moderni.
La sua origine è antichissima. Si fa addirittura risalire a Greci ed Egizi. Erano sicuramente utilizzati e consumati in Europa nell’antichità e nel Medioevo, prima che arrivassero i fagioli dalle Americhe. Questi ultimi poi finirono per sostituirli sulle tavole per via di una maggiore produttività.
Questo fagiolo particolare è buonissimo e perfetto per molte ricette
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Sono originari dell’Africa e molto utilizzati in Cina e nelle zone del sud-est asiatico. Abituati ad un clima caldo, crescono bene in serre o anche negli orti, all’interno di vasi di grandi dimensioni.
Questi baccelli possono essere lunghi dai 12 ai 120 cm e contenere all’incirca 20 semi. L’immagine più comune è infatti quella per cui li vediamo raccolti con degli elastici esattamente come si fa per gli asparagi.
Questo legume, che passa però sotto la famiglia delle verdure, è tipico delle zone toscane di Lucca, Viareggio e Arezzo.
Viene chiamato anche fagiolino di Sant’Anna perché viene piantato in primavera, quindi marzo e aprile, e colto nei mesi successivi. Arriva nelle tavole il giorno del 26 luglio, in cui si festeggia Sant’Anna. Anche il nome stringa è legato alla sua morfologia. Ricorda infatti le stringhe delle scarpe e le fruste.
Ricetta della zona della Garfagnana
Questo fagiolo particolare è buonissimo e perfetto per molte ricette. Le sembianze, infatti, sembrano quelle di una verdura, così come la leggerezza e il sapore. Ricorda un po’ gli asparagi e un po’ i classici fagiolini verdi.
Sono perfetti per zuppe e minestroni assieme ad altre verdure. Ma anche in accompagnamento alla pasta o alla carne. Ottimi anche in padella con aglio, olio e peperoncino oppure lessati con uno spruzzo di limone e un goccio d’olio.
La ricetta forse più famosa sono le stringhe in umido, tipica della zona della Garfagnana tra Lucca e Viareggio.
Bastano 2 mazzi di stringhe, 6 pomodori, aglio, olio, sale q.b, 1 bicchiere di acqua, timo e salvia.
Prima di tutto dobbiamo pulire le stringhe togliendo la cima e la punta. Se troppo lunghe possiamo anche dividerle a metà o in tre parti. Soffriggiamo l’aglio con l’olio in un pentolone. Aggiungere le stringhe assieme ai pomodori pelati e tagliati a pezzetti. Odorare con salvia e timo o altro a piacere, mescolare e continuare a cuocere. Dopodiché aggiungere il sale e un bicchiere di acqua. La cottura deve continuare per altri 40 minuti con coperchio. Ogni tanto muovere le stringhe.
Una volta pronte, si possono servire calde con una foglia di salvia per decorazione. Faremo un figurone con un contorno gustoso e particolare.